Il fuoco che covava sotto le ceneri è divampato questa mattina. E se i simboli hanno un senso, scegliere di comunicare l’addio al Pd direttamente dalla sede elettorale di Renato Soru è un vero e proprio siluro. Al partito, alla segreteria, a scelte considerate inadeguate e soprattutto perdenti. Una trentina di dirigenti del Pd – da ex parlamentari a coordinatori provinciali – hanno deciso di concretizzare il malessere che provavano da mesi, da quando cioè l’accordo nazionale fra Pd e 5 Stelle ha portato all’incoronazione della grillina Alessandra Todde come candidata presidente. Una scelta contestata da più parti, sia in coalizione che proprio dall’interno del Pd: Renato Soru prima di tutto, uno dei 40 fondatori del partito voluto da Prodi, che dopo aver chiesto in tutti i modi le primarie, negate, ha deciso di scendere in campo. E poi, molti altri esponenti di un partito che, di sicuro non immune a correnti e lacerazioni, sta vivendo il suo anno orribile, con scontri e fughe difficili ormai da fermare.
“Alleanza sarda e democratica”: così si chiama il nuovo movimento dei fuoriusciti Pd che da oggi sostiene la candidatura di Renato Soru con la sua “Rivoluzione Gentile”, e coinvolge, per fare solo qualche esempio, la segretaria provinciale di Oristano Maria Obinu, la ex parlamentare Romina Mura, l’ex sindaco di Samassi Enrico Pusceddu che parla di Pd “lacerato”: “Una scelta sofferta – ha detto – molti di noi sono nel Pd dalla nascita. Se la base non è d’accoro con il vertice, bisogna fare delle riflessioni e agire di conseguenza”.
Romina Mura, che aveva fatto già scalpore quando alla prima uscita di Renato Soru gli era seduta accanto mentre ancora era nel Pd, è ancora più chiara: “Posso ripeterlo, benvenuti compagni di Rivoluzione gentile. Ci stiamo dimettendo arrabbiati, hanno chiuso le porte alle primarie per un’alleanza che non è stata decisa qui in Sardegna. Il segretario regionale e i dirigenti sono i responsabili di questo sfascio”. Mura, ex presidente della commissione Lavoro alla Camera, lascia però aperto uno spiraglio: “Si può ricomporre tutto e tutti insieme – ha detto – noi per ora siamo uniti con Renato Soru. Non chiudiamo porte e finestre. Intanto noi siamo in campagna elettorale. La Sardegna ha bisogno di un progetto chiaro e di una visione”. Mura ha poi voluto inviare un messaggio alla segretaria Schlein e al presidente Bonaccini: “Visto che vi siete interessati della Sardegna impropriamente imponendo una candidatura: badate che il Pd sardo rischia di flagellarsi”.












