Sette euro e spiccioli all’ora, non un centesimo di più, per pulire quasi da cima a fondo l’ospedale cagliaritano San Giovanni di Dio. Lì, da anni, sono rimasti pochi reparti: “Oculistica, Dermatologia e le sale operatorie. Pulisco e sanifico tutto, anche i corridoi. Con il Coronavirus il lavoro è aumentato e devo stare attentissima a tutto, dalla sanificazione delle maniglie ai pavimenti, dalle tastiere dei pc utilizzati dai dottori ai letti dei pazienti. Sono indispensabile, ma sottopagata: se non pulissi i medici non potrebbero lavorare, visto che l’ambiente sarebbe sporco”, osserva Patrizia Trudu, 54enne di Uta. “È frustrante non essere riconosciuti adeguatamente”, spiega la donna. Anche il suo contratto della Multiservizi è “congelato” da sette anni.
“Alla mia età voglio avere un’indipendenza economica, la pretendo. Viaggio ogni giorno sin da Uta, sapendo che tanto non prenderò più di 7,15 euro all’ora. Lancio un appello al Governo: da troppo tempo aspettiamo un minimo di aumento in busta paga. Il mio lavoro non è riconosciuto abbastanza, nonostante sia indispensabile”.











