Parole, parole, parole e poltrone. Il centrosinistra sardo va in pezzi in vista delle Regionali: Alessandra Todde viene incoronata candidata governatrice di Pd e M5S nello stesso giorno in cui i Progressisti disertano il tavolo e flirtano con Renato Soru, che sabato tornerà in campo con una kermesse a Palazzo Doglio. I partiti pensano a se stessi e si sfidano mentre non c’è uno straccio di programma per i cittadini: nessuna idea sulla Sanità, sui bonus per le patologie e sulle case, sul caro bollette, sui prezzi alle stelle, sui trasporti sardi al macello. Nulla: sardi completamente esclusi da giochi politici che rischiano di portare l’astensionismo oltre il 50 per cento.
Sì, perchè è davvero incredibile quel che sta accadendo: un imbarazzatissimo Francesco Agus ancora non spiega da che parte andrà il partito di Massimo Zedda, che si è proposto come sindaco di Cagliari ricevendo al momento solo una porta in faccia dal Pd. L’eterno Luciano Uras cerca di mediare, ma il suicidio è dietro l’angolo: forse neanche la promessa di un assessorato doc potrebbe impedire l’harakiri di un centrosinistra che si appresta a riconsegnare la Sardegna per i prossimi 5 anni al centrodestra che con Solinas ha risolto ben pochi dei problemi dei sardi. Perchè è chiarissimo anche ai non addetti ai lavori che se Soru torna in campo e si porta via un ipotetico dieci per cento, le possibilità di vittoria per la Todde sono quasi nulle.
E non è un mistero che buona parte degli esponenti del Pd mormorino sotto traccia che la Todde non la voteranno mai. Su Casteddu Online il segretario Pd Piero Comandini chiede a Soru un passo indietro, lui ribatte: mi fermo solo con le primarie, sicuro di vincerle. Primarie che invocano anche i Progressisti dimenticando che però, cinque anni fa, Massimo Zedda fu candidato dal centrosinistra SENZA le primarie andando poi incontro a una rovinosa sconfitta contro Solinas che permise poi a Truzzu di battere Francesca Ghirra diventando a sorpresa sindaco di Cagliari. Quindi a che gioco si gioca? Per i Progressisti le primarie sono fondamentali solo quando il leader non è Zedda? O il sogno è fare eleggere due consiglieri, con chiunque si vada?
Poi c’è il dilemma Cagliari: sia Zedda che Comandini vogliono fare il sindaco, a prescindere dall’esito delle regionali. Il primo lo ha dichiarato ufficialmente, il secondo non l’ha mai escluso e Cagliari al Pd rientra nell’accordo totale. Dunque non è remota una clamorosa doppia candidatura con un confronto western al primo turno: chi lo vince, andrebbe al ballottaggio contro il centrodestra. Perchè il Pd, di regalare il sogno del Comune per la quarta volta consecutiva alla sinistra, non ne vuole proprio sapere. In mezzo, i cagliaritani, increduli nel leggere questo quadro horror.
Che la candidatura di Soru sia forte lo dimostra anche l’incontro tra lui e Paolo Maninchedda, che lo definisce diverso e più morbido rispetto a vent’anni fa, pronto al dialogo per la formazione di una coalizione veramente sarda, e non imposta dai diktat romani. Fu sempre Casteddu Online a scrivere, a luglio, che il patto tra la Schlein e la Conte avrebbe portato Alessandra Todde candidata governatrice in Sardegna. Qualcuno storse il naso, la notizia come vedete era una clamorosa esclusiva determinata dai fatti. Ieri abbiamo scritto che a Roma, e non in Sardegna, sono stati già decisi i nomi dei futuri assessori di Alessandra Todde. In tutto questo caos ci sono da una parte tutti i candidati delle varie sigle, confusi e infelici, quasi disperati perchè non sanno a che santo votarsi.
Ma dall’altra parte c’è quel milione e mezzo di sardi che non si stupisce più neanche davanti alle indagini giudiziarie sui politici sardi, che lasciano talmente indifferenti i cittadini da non fare quasi più notizia. Sardi assuefatti da una politica decisa dagli stessi “burattinai” di decenni fa. In tal senso, almeno quello di Alessandra Todde è un nome nuovo: riuscirà a ricucire rapporti ormai logori con gli ormai quasi ex alleati?
Anche il centrodestra è in panne, e l’aspetto deprimente è che i partiti si stiano posizionando su poltrone e assessorati e che questo avvenga ben prima di avere un programma (termine in politichese). Cioè, per essere più chiari: i partiti non hanno spiegato a nessuno come vogliano salvare una Sardegna che sta letteralmente affondando nel baratro dell’isolamento, dello spopolamento, della sanità a pezzi e delle povertà, con i giovani che scappano dalla nostra terra. Lo faranno dopo? Si, dopo essersi spartiti candidature e ideali poltrone. Poltrone senza ideali.
(Nella foto, la presentazione di Alessandra Todde coma ufficiale candidata governatrice del Campo Largo)










