Oristano, sette chili di droga nascosti in un capannone: 59enne svizzero in manette

L’uomo ha aizzato il suo cane contro i poliziotti, un agente azzannato al collo. In manette anche un 19enne, tutti i dettagli


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Sette chili di marijuana, suddivisa in trenta sacchetti termosaldati. Un grande quantitativo di droga, quello nella disponibilità di C.L., 59enne di origini elvetiche ma residente da anni a Oristano. A trovare la droga sono stati gli uomini della squadra mobile della polizia oriatanese, che hanno effettuato un blitz nella periferia della città, in un capannone di proprietà del cinquantanovenne. L’arresto si è rivelato tutt’altro che semplice: l’uomo ha prima tentato una inutile fuga, poi, una volta raggiunto, ha sguinzagliato contro i poliziotti un cane di grossa taglia che ha azzannato due agenti, ferendoli.

 

Gli investigatori, non senza difficoltà, sono riusciti a bloccare cane e padrone. Oltre alla droga, suddivisa in trenta panetti termosaldati, è saltato fuori anche tutto il materiale per il confezionamento dello stupefacente tra cui bilancini di precisione, macchina per sottovuoto, sacchetti termosaldabili per il confezionamento e tutta l’attrezzatura per la produzione di piccoli panetti di una sostanza assimilabile ad una sorta di hascisc ricavata pressando, dentro formine rettangolari, la resina ricavata dai boccioli di canapa indiana è i residui di marijuana tritati in precedenza.

 

I due agenti hanno subito ricorso alle cure mediche in quanto sono stati addentati in diverse parti del corpo dal cane, un meticcio nato dall’incrociato tra un pitbull e un boxer; uno di loro è stato azzannato anche al collo. Il cane, una volta placato e riportato alla quiete, è stato affidato alla compagna dell’arrestato.

 

Durante le concitate fasi dell’arresto, a sostegno dell’uomo è intervenuta anche una seconda persona, C.I. classe 2001, residente a Oristano: perquisite, è stata trovata in possesso di un’arma clandestina, una pistola beretta con matricola abrasa e per questo anch’essa tratta in arresto. Durante le fasi della perquisizione, poi estesa anche alle abitazioni degli arrestati, è stato rinvenuto, dentro il vecchio capannone, un luogo utilizzato come essiccatoio, ricavato mediante l’utilizzo di un grosso phon professionale riadattato per l’uso specifico e di una specie di tenda ricavata con l’utilizzo di reti metalliche e lenzuola. I due sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, porto di arma clandestina e ricettazione. Su disposizione della procura della Repubblica, sono stati rinchiusi nella casa di reclusione di Massama, a disposizione dell’autorita giudiziaria, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.


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