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Opere false di artisti sardi: spuntano le ceramiche con il trucco

di Fiorella Garofalo
26 Giugno 2017
in cagliari, centro-storico

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La circolazione di falsi nel mondo dell’antiquariato sardo è cresciuta in questi anni in maniera tale da destare allarme e preoccupazione ed è giunta in ultimo ad interessare anche la produzione della ceramica d’arte.

L’indagine ha portato all’individuazione di più luoghi, sparsi in tutta l’Italia, dove si commercializzavano opere false di ceramisti sardi.

La rete di diffusione individuata si serviva delle tradizionali sedi di intermediazione delle opere d’arte, quali botteghe di antiquari, mercatini e fiere, ma anche della piattaforma commerciale di Ebay dove è stato individuato un notevole traffico di falsi a soggetto sardo. 

Destinatari finali i collezionisti di arte sarda che, incautamente, hanno alimentato un mercato di notevoli proporzioni e in forte crescita fino a poco tempo fa.

Le opere d’arte sarda, rivelate false dall’esame peritale condotto dalla dott.ssa Maria Laura Ferru, hanno riguardato sinora ceramiche di Federico Melis, Melkiorre Melis, Ciriaco Piras e Vincenzo Farci. Ma è forte il sospetto che gli autori falsificati siano di più. 

Il ceramista più falsificato si è rivelato Federico Melis, dal momento che si tratta del ceramista sardo più conosciuto nel resto d’Italia in virtù del Museo a lui dedicato nella città di Urbania. Federico Melis è stato oggetto di particolare e ricca falsificazione, che ha rivelato un modus operandi del falsario decisamente singolare.

Ovviamente sono state falsificate opere ceramiche riguardanti la produzione del periodo sardo di Federico Melis, quella degli anni 1927-1931, la più ricercata ed ambita dai collezionisti. A quei falsi “pregiati” si sono accompagnati falsi delle opere del periodo marchigiano dello stesso ceramista, dal 1950 circa al 1969, falsi che hanno mostrato grande abbondanza e varietà. Da quel gruppo di falsificazioni è emerso che il falsario conosce bene il repertorio di soggetti di tutti i periodi creativi di Federico Melis ma non altrettanto bene le tecniche ceramiche relative e le marcature di riferimento. Così all’esame peritale per la determinazione dell’autenticità tali opere si sono rivelate carenti sotto il profilo del processo tecnico, della caratterizzazione artistica e della ricognizione letteraria. Tutti aspetti che devono essere sempre coerenti tra di essi nel corpo dello stesso “prodotto” e congrui col modus operandi dell’artista autentico.

Alla contraffazione delle opere conosciute di Federico Melis il falsario ha aggiunto una singolare procedura di creazione ex novo di figure “alla moda di Federico Melis”. Esercitando una vera e propria opera di innovazione nel repertorio decorativo di Federico Melis il falsario ha prodotto ceramiche caratterizzate dalla proposizione di visi di uomo e donna sardi trattati con modi cubisti. Non solo: si è rivelato capace di progettare opere del tutto nuove, sempre giocate “alla moda di” Federico Melis. Da tutto ciò emerge che il falsario possiede qualità creative non comuni: il corpus delle ceramiche contraffatte rivela che il falsario è un personaggio “creativo”, che probabilmente lavora nel mondo della produzione artistica e si occupa di arti figurative a livello non occasionale.

Da tutto ciò discende che gli esiti causati dall’opera di falsificazione messa in atto sono molteplici: comprendono innanzitutto una situazione di turbativa del regolare e legale commercio di opere d’arte, che è stato sconvolto in questi anni da un’immissione incontrollata di numerose opere di artisti conosciuti ed anche semisconosciuti.

Si sono create inoltre le premesse di una situazione di turbativa culturale perché l’immissione nel mondo dell’arte isolana di molte nuove opere attribuite ad autori importanti, non presenti finora all’attenzione della critica, non può avvenire senza risvolti culturali per il panorama artistico isolano. Tanto più che occorre ricordare che la città di Cagliari, che dal 1918 al 1943 ha visto la nascita e lo sviluppo della ceramica artistica sarda, con il succedersi di quattro manifatture, non ha luoghi che conservino la memoria storica e che si offrano allo studio produttivo delle nuove generazioni.

Il processo di falsificazione delle opere ceramiche che possono essere definite delle “Origini” per quanto riguarda la ceramica artistica, se non stroncato a tempo, potrebbe avere ripercussioni spiacevoli anche nel settore della produzione artigianale attuale. Perché la cultura materiale sarda è alla base di qualunque discorso sull’”identità” regionale: di quella che caratterizza l’aspetto artistico delle produzioni artigianali nostrane e può renderle tipiche e tradizionali.

Tags: Cagliariopere false
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