Ong, la nave “Alan Kurdi’ lascia Olbia dopo un sequestro di 7 mesi

Zoffili (Lega): “Avevamo ragione: nave era un pericolo per tutti. Spero non torni più in Italia”.


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“Era il 25 Settembre del 2020, quando supportato da consiglieri regionali, militanti Lega Sardegna e cittadini, mi sedevo dimostrativamente sul molo del porto di Olbia nel tentativo di impedire l’attracco della nave della Ong tedesca Sea eye ‘Alan Kurdi’. Protesta pacifica, nell’esercizio delle mie funzioni, per ribadire che l’attività delle Ong nel mediterraneo non solo rappresenta un incentivo alle attività dei trafficanti di esseri umani, aumentando il cosiddetto ‘pull factor’ verso le nostre coste, ma che nel caso della Alan Kurdi sussistevano anche problemi di sicurezza specifici che il fermo giudiziario prima e il Tar poi hanno confermato, costringendo la nave ad abbandonare il territorio italiano e tornarsene in Spagna per eseguire urgenti lavori di riparazione. Resta peraltro ferma, come si legge nella decisione giudiziaria riportata sui giornali, l’interdizione per la nave a ripetere le operazioni di ricerca e trasferimento dei migranti sul territorio italiano, almeno finché non saranno ripristinate le condizioni di navigazione a norma di legge. Mi auguro che non torni più nel nostro Paese s che questa vicenda stimoli tutti a una riflessione su come la politica dei porti aperti si stia rilevando fallimentare in tutti i sensi, sia perché mette a repentaglio equipaggi e migranti, sia perché rappresenta un potenziale ulteriore veicolo di contagi per la popolazione già stremata da un anno di pandemia. Sulla salute, sulla vita non si scherza: tanto più ora che l’Italia deve guardare con decisione e serietà alle prossime riaperture che finalmente archivieranno questa triste stagione”.
Così Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore regionale della Lega Sardegna, Presidente della Bicamerale Schengen, Europol e Immigrazione.


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