Tragedia alla Marina di Portisco, vicino Olbia. La mattina dell’8 agosto, Giovanni Marchionni, 21 anni, originario di Bacoli, è stato trovato senza vita a bordo di un motoscafo di 17 metri. Secondo le prime ipotesi al vaglio degli inquirenti, il decesso potrebbe essere stato causato dalle esalazioni provenienti dal wc chimico dell’imbarcazione. La Procura di Tempio ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio colposo, mentre si indaga anche sul motivo per cui il giovane si trovasse a bordo e sul suo inquadramento lavorativo. L’autopsia, fissata per mercoledì all’obitorio di Sassari, dovrà chiarire le cause esatte della morte, avvenuta probabilmente alcune ore prima del ritrovamento, effettuato da un operatore portuale. Il motoscafo è stato posto sotto sequestro. La posizione di Marchionni è al centro delle indagini: secondo i familiari, il 21enne era stato reclutato come skipper e sarebbe stato impiegato in nero per un cantiere navale di Licola, di proprietà della famiglia titolare dello yacht. I proprietari sostengono invece che fosse in vacanza con loro e che la sera precedente fosse rimasto a bordo mentre loro erano a terra. L’avvocato della famiglia ha ribadito l’intenzione di fare chiarezza su ogni aspetto della vicenda, sottolineando che la presenza del giovane da solo a bordo della barca sarebbe la prova che si trovava in Sardegna per motivi di lavoro.












