Nurri e Su Planu in festa: chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Madre Carla Borgheri. Oggi il rito nella Cattedrale di San Pietro a Frascati e sarà presieduto da S.E. Vescovo Stefano Russo. Le Suore Missionarie dell’Incarnazione sono presenti a Nurri dal 1981 e a Su Planu dal 2016. Tra chi ha contribuito alla causa anche tanti sardi devoti. Questa mattina si terrà la Sessione di Chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e i segni attribuiti alla Serva di Dio Madre Carla Borgheri, Fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione. Il rito avrà luogo al termine della Celebrazione Eucaristica e sarà presieduto dal Vescovo Stefano Russo. Il Tribunale ecclesiastico che ha condotto l’Inchiesta diocesana a Frascati è composto da monsignor Orlando Raggi, delegato episcopale, subentrato dopo la scomparsa improvvisa di padre Luigi Secchi, religioso Camilliano; da don Jude Chukwuma, promotore di giustizia; da Federica Branca, notaio; e da Marco Capri, notaio aggiunto. Il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è il dottor Waldery Hilgeman.
Tutti gli atti processuali, redatti in doppia copia conforme e racchiusi in contenitori sigillati, saranno affidati a suor Loreda Spagnolo, nominato portitore, con il compito di consegnarli al Dicastero delle Cause dei Santi.
Madre Carla nacque a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 17 febbraio 1922, e morì a Vermicino, Roma, il 20 settembre 2006. La sua vita fu segnata da una profonda interiorità e da una costante ricerca di Dio, che si manifestava nel suo instancabile impegno a favore dei fratelli e delle sorelle più fragili. Questo slancio di carità trovava il suo fondamento nel mistero dell’Incarnazione, che la spingeva a immedesimarsi in loro con una autentica vita evangelica. Questo orientamento ha guidato ogni sua scelta e ogni gesto quotidiano.
Essere missionaria dell’Incarnazione, per Madre Carla, significava entrare nell’intimità di Dio con lo sguardo fisso su di Lui, e con le mani tese verso l’umanità, per sollevarla e restituirle la sua piena dignità.
Madre Carla fu una donna forte, tenace e profondamente umile. La sua forza non risiedeva nel clamore delle azioni, ma nella capacità di donarsi senza riserve e nella tenacia con cui affrontava la prova. La sua umiltà, luminosa e disarmante, era radicata in una fede profonda.
Il suo esempio rimane un invito e uno sprone per ciascuno di noi a percorrere con coraggio, fiducia e semplicità la via della santità tracciata da Dio.
Tutti gli atti processuali, redatti in doppia copia conforme e racchiusi in contenitori sigillati, saranno affidati a suor Loreda Spagnolo, nominato portitore, con il compito di consegnarli al Dicastero delle Cause dei Santi.
Madre Carla nacque a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 17 febbraio 1922, e morì a Vermicino, Roma, il 20 settembre 2006. La sua vita fu segnata da una profonda interiorità e da una costante ricerca di Dio, che si manifestava nel suo instancabile impegno a favore dei fratelli e delle sorelle più fragili. Questo slancio di carità trovava il suo fondamento nel mistero dell’Incarnazione, che la spingeva a immedesimarsi in loro con una autentica vita evangelica. Questo orientamento ha guidato ogni sua scelta e ogni gesto quotidiano.
Essere missionaria dell’Incarnazione, per Madre Carla, significava entrare nell’intimità di Dio con lo sguardo fisso su di Lui, e con le mani tese verso l’umanità, per sollevarla e restituirle la sua piena dignità.
Madre Carla fu una donna forte, tenace e profondamente umile. La sua forza non risiedeva nel clamore delle azioni, ma nella capacità di donarsi senza riserve e nella tenacia con cui affrontava la prova. La sua umiltà, luminosa e disarmante, era radicata in una fede profonda.
Il suo esempio rimane un invito e uno sprone per ciascuno di noi a percorrere con coraggio, fiducia e semplicità la via della santità tracciata da Dio.













