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C’era una volta la passeggiata più bella di Cagliari. Bella perchè era proprio bella: sotto gli alberi verdi intere famiglie si godevano il fresco d’estate “vascando” da Ice Stop al bar Marabotto, dalla caffetteria Toffee che inebriava la strada dell’odore di caffè tostato e dove si vendevano le prime caramelle gommose in città, sino alla paninoteca araba e poi giù al Tizian Bar, per altri caffè, passando di fronte al panificio San Paolo con le rosette sfornate tutto il giorno. In via Dante sono nati tantissimi amori e amicizie: dentro i bar gli anziani scatenavano partite a poker durissime, di fronte all’immancabile Vermentino, e si giocava a soldi davvero. Chi perde paga. I ragazzini che uscivano dalle scuole correvano tutti dalla storica Pizza 74, alla caccia dell’ultima pizzetta bruciacchiata. E AFrica Stand era il miglior negozietto, il più curioso della città. C’erano le gioiellerie più spaziali, come Amoruso, con un occhio della testa potevi ipotecare il brillante.
Oggi tutto questo, tranne la gelateria che resiste generazione dopo generazione, non c’è più. Ma soprattutto non c’è più via Dante: è stata come spazzata via da un tornado che ha fatto chiudere quasi tutti i negozi, resistono solo i negozi food che cambiano insegna un mese si e un mese no. Oggi l’ultima beffa, ha chiuso un altro bar aperto appena 6 anni fa: “Via Dante è morta e col Covid la gente fa colazione a casa”, allarga le braccia sconsolato Riccardo Spiga, appena 33 anni e un grande incrocio con amarezza e delusione. “Il problema è che qui non passeggia più quasi nessuno”, con una sola frase Riccardo fotografa il declino della strada a cui in realtà i cagliaritani sono più affezionati. Ora si riparla di farla a doppio senso, per farci passare più auto: il centrodestra punta sui motori, molto più bello sarebbe stato renderla pedonale, magari con i ristorantini al centro al posto dell’asfalto.