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Ha scoperto di avere un nodulo benigno di nove centimetri al fegato qualche mese fa, Sharon Dessì, ventenne di Guspini: “Una iperplasia, accertata tramite un’ecografia a pagamento fatta in un centro specialistico”. Roba da tenere sotto controllo, visto che con la salute non si deve mai scherzare. E così, quando ha visto i depliant che annunciavano uno screening gratuito nel centro Avis del suo paese, organizzato dall’associazione medici della prevenzione, non ci ha pensato due volte e si è messa in fila per essere visitata: “Volevo sapere se, nel frattempo, la situazione fosse eventualmente peggiorata e, comunque, si tratta sempre di prevenzione”, spiega la giovane. Ma, quando ha ricevuto il foglio post visita, è sbiancata in volto: “Nessuna patologia”, questa la casella sbarrata dal medico che, in cinque minuti circa, l’aveva visitata: “Mi è stato detto che il mio fegato è sano come un pesce. Alla faccia della prevenzione, mi chiedo come sia possibile non notare una problematica piuttosto evidente”. La giovane spiega anche che, sicura che un nodulo di nove centimetri fosse visibile, non ha comunicato ai dottori di avere già una diagnosi sicura di problemi al fegato: “Eppure, se qualche mese fa non mi fossi fatta controllare con un’ecografia, oggi non saprei di avere un nodulo che, per quanto benigno, è pur sempre preoccupante”.
Sharon Dessì ha raccontato tutto nei gruppi Fb pubblici di Guspini. Il dottor Antonello Melis, responsabile dell’associazione medici della prevenzione, replica alle rimostranze della ventenne: “È una iperplasia, non è neanche un tipo di nodulo da metastasi, e in una zona del fegato dove assume caratteristiche differenti. Non è niente di particolare e con uno screening è difficile andare ad individuare quel tipo di patologia. Se fosse stata una metastasi”, prosegue Melis, “gliel’avrei segnalato, lei non mi ha detto nulla prima della visita, sennò avrei visto in maniera più dettagliata la struttura del fegato”. E, inoltre, “è specificato il limite diagnostico e anche i tempi. C’era gente in fila per le visite”.