Un manifesto di “Opposizione alla Servitù di Terna”, con un invito a lasciare il territorio, è stato affisso a nome del Comitato di difesa del territorio – No Tyrrhenian link. “Il nostro impegno è per la salvaguardia dell’integrità ambientale, culturale e sociale della nostra comunità, che riteniamo incompatibile con i piani proposti da Terna” si legge.
“Le Ragioni del Nostro Rifiuto.
Impatto Ambientale: Le infrastrutture proposte da Terna avrebbero un impatto devastante sul nostro paesaggio naturale, su flora e fauna e che blocca il piano di sviluppo delle campagne, approvato dal consiglio comunale.
Mancanza di Consultazione Pubblica: Non c’è stata una vera e propria consultazione con la comunità locale. Ogni decisione che influisce sul nostro territorio dovrebbe essere presa con la partecipazione attiva dei cittadini.
Rischi per la Salute: Siamo preoccupati per i potenziali rischi per la salute legati alla presenza di infrastrutture elettromagnetiche vicino alle zone residenziali.
Crediamo in una transizione verso fonti di energia rinnovabile e sostenibile che non compromettano il paesaggio naturalistico sardo e che devono essere economicamente favorevoli alle famiglie sarde”.
Una richiesta: “Chiediamo a Terna S.p.A. e allo Stato italiano di ritirare immediatamente i plani di servitù sul nostro territorio e di impegnarsi in un dialogo aperto e costruttivo con la nostra comunità per trovare soluzioni alternative che rispettino l’ambiente e le esigenze dei cittadini”.
Intanto nelle campagne di Selargius, “stanno aprendo i primi cantieri preliminari all opera. In questo caso cantieri di espianto di ulivi e altri arbusti, e cantiere archeologico (da azienda privata che lavora per Terna). Vedremo trasformate le zone agricole forestali a zone industriali, modificando negativamente e irrimediabilmente il nostro territorio e di conseguenza la nostra cultura. Ci vedremo negate le possibilità di produrre cibo e scegliere per le terre che viviamo quotidianamente. Nonostante le proteste del comitato, i ricorsi del comune, le manifestazioni alla Regione e tante altre forme di dissenso, questi continuano imperterriti. Questa cosa riguarda le campagne di tutta la Sardegna, è il momento di farci vedere e sentire nei luoghi dove la devastazione avverrà, per difenderli personalmente, oggi a Selargius, domani in qualsiasi parte dell’ isola. Per questo chiamiamo a raccolta tutti coloro che vogliono difendere la propria terra per far vedere ai colonialisti di turno che per ogni passo che loro fanno, noi saremo sempre di più a contestarli”.











