Si è tenuto al teatro di Sanluri l’incontro tra i sindaci del Sud Sardegna, Cagliari, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano per discutere sulla scuola e sulla riforma che spazzerebbe via l’istruzione pubblica isolana, impoverendola ancora di più.
Il documento unitario dei comuni della provincia del Sud Sardegna, siglato dai sindaci, riflette riguardo le misure nazionali di accorpamento degli istituti in base al numero degli iscritti, non tenendo però conto delle realtà come quelle sarde. “Le Linee guida si prefigurano come un atto normativo che impoverisce la scuola pubblica sarda.
I Comuni della Provincia del Sud Sardegna esprimono parere negativo sulla nuova disciplina introdotta dalla Legge 197/2022 e sulle linee guida regionali grazie alle quelli si prefigurerebbero ben 14 tagli alle autonomie scolastiche nel sud Sardegna.
Fortemente convinti che servano investimenti, risorse e attenzione verso l’istruzione pubblica e le nuove generazioni e non la soppressione delle dirigenze scolastiche nei territori” comunicano i firmatari.
“I Sindaci e le Sindache chiedono alla regione Sardegna una posizione di tutela e di salvaguardia delle Istituzioni, nelle more della approvazione di una legge sulla scuola sarda, attraverso il finanziamento delle spese per le dirigenze scolastiche che diversamente sarebbero soppresse.
La riorganizzazione della rete scolastica non può non tenere conto delle situazioni di isolamento geografico e delle criticità relative all’aspetto socio economico della realtà territoriale, alla presenza di difficoltà oggettive di accorpamento dovute alle caratteristiche specifiche dell’Autonomia, della
disponibilità e qualità dell’edilizia esistente (aule, spazi, laboratori ecc.), della necessità di evitare la
formazione di istituzioni scolastiche con un numero eccessivo di iscritti o di un numero elevato di plessi in
capo alla nuova autonomia.
Alla luce di quanto esplicitato in premessa i Sindaci ribadiscono un no deciso al dimensionamento scolastico, ad un’applicazione ragionieristica del provvedimento che
produrrebbe, nella provincia del Sud Sardegna, la perdita non solo di autonomie scolastiche, di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi, ma di numerosi posti di lavoro tra il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, di aumento degli alunni per classe e di conseguenza di perdita di posti di lavoro tra i docenti, con un aumento della complessità organizzativa con meno scuole autonome, ma sempre più complesse ed una penalizzazione ulteriore delle aree più fragili, a partire da quelle interne della nostra Provincia”.
Con i tagli previsti dal dimensionamento si rischia di minare gli obiettivi del sistema educativo della Scuola Sarda, prima nella classifica di abbandono scolastico nella scuola secondaria superiore (dati Fondazione
Open Polis), dove il 13,2% degli alunni non consegue il diploma.
“I Sindaci e le Sindache ricordano che dovere inderogabile dello Stato è quello di garantire l’istruzione, così come sancito nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, che all’art. 26, primo comma, afferma: “Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito”. La nostra Costituzione all’art. 34, delinea una scuola aperta a tutti e di istruzione inferiore gratuita e obbligatoria da impartirsi per almeno otto anni.
L’istruzione è intesa come un servizio pubblico strumentale ed essenziale per assicurare il pieno sviluppo
della persona umana e la sua elevazione economica e sociale anche rispetto alla iniziale e sfavorevolecondizione di partenza di taluno; l’art 3 della Costituzione afferma “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratoriall’organizzazione politica, economica e sociale del Paese””. Vengono dunque proposte azioni che intendono “salvaguardare gli Istituti cittadini e le Scuole della Provincia del Sud Sardegna: mancato accoglimento della proposta di dimensionamento presentata dalla provincia del sud Sardegna e rigetto alle linee guida regionali di dimensionamento scolastico; invito a fare ricorso da parte della regione Sardegna alla legge nazionale Legge 197/2022; il mantenimento di tutte le attuali autonomie scolastiche presenti nei Comuni della provincia del Sud Sardegna, in quanto l’aumento notevole del carico di studenti nelle Scuole cittadine inciderebbe negativamente sulla qualità della didattica e dell’offerta formativa”. E ancora: “Richiesta rivolta al Presidente della Giunta e all’Assessore della P.I. della Regione Sardegna di farsi parte attiva nella promozione di ogni ulteriore iniziativa o azione volta alla tutela delle specifiche caratteristiche della nostra regione; formale richiesta rivolta al Presidente della Giunta e all’Assessore della P.I. della Regione Sardegna di presentare un disegno di legge regionale che disciplini il Sistema educativo di istruzione e formazione nella Regione Autonoma della Sardegna, attualmente assente, che tenga conto delle specificità territoriali e demografiche della Sardegna”.











