Mentre via Garibaldi, così come via Dante e via Sonnino, contano ogni giorno le chiusure dei negozi che muoiono lentamente, il quartiere di Villanova, da via Sulis a piazza San Domenico, rinasce giorno dopo giorno. Palazzi ristrutturati, senza intaccare il valore storico, e nuove attività particolari che convivono con le piccole botteghe antiche. Merito dei residenti, dei commercianti, e in parte del Comune che con la pedonalizzazione, inizialmente contestata, ha riportato quella vita di quartiere che da tempo mancava. Ma secondo molti abitanti il merito va anche a Nicola Grauso, conosciuto come Nichi, l’ex editore che dopo aver abbandonato la stampa si è dedicato al settore immobiliare puntando tutto su Villanova. “Si è praticamente innamorato del quartiere – dice Claudia De Matteis, del negozio ‘Mimamai’ – e sta cercando di ridare vita a una parte del centro storico che ha enormi potenzialità”.
Ogni mattina la passeggiata di rito tra le strade di Villanova, per respirare la vita del quartiere e magari studiare nuove idee. “E’un ottimo imprenditore che sta valorizzando la zona – racconta Maria, commessa di ‘Soha Sardinia’ – Ha acquistato e ristrutturato diversi palazzi con appartamenti e locali, riuscendo a vendere ed affittare”. Dello stesso parere lo storico barbiere del rione, Pino, che aggiunge: “via Sulis è rinata anche grazie a lui”. “Ha investito molto anche nella riqualificazione degli spazi verdi della zona – aggiunge Federico Dessì, dipendente del Cafè Bistrò – E poi c’è la sua idea del wi fi gratuito che sta per decollare dopo tante difficoltà: una serie di cose che stanno cambiando l’aspetto e la vita della zona”. Un quartiere che rinasce e ospita negozi come ‘Operti’, diventata la vetrina di Villanova. Mentre i bar aperti attirano la movida notturna, anche se più soft rispetto al resto del centro storico. Un quartiere su cui Grauso si è concentrato negli ultimi anni, da immobiliarista e residente. Tutto il resto fa parte della sua storia: dal caso Silvia Melis al suicidio del giudice Lomabardini, e prima ancora Videolina e Radiolina, avviate nel 1975 prima di avventurarsi nel mondo dei quotidiani e di internet, lanciando, nel 1994, il primo provider italiano, Video On Line. Poi la sofferta cessione dell’Unione Sarda a Zuncheddu, e il boom con Il Giornale di Sardegna, nato nel 2004 e morto dopo un decennio.










