Monserrato, muore al policlinico e la famiglia presenta denuncia: “La sua morte è avvenuta non solo per le problematiche di salute attuali che aveva, ma anche per una conseguenza di malasanità”. I figli di M.N. 85 anni, vogliono vederci chiaro, dopo il ricovero è stata “sedata e legata con una camicetta di forza colore verde: sono state disposte le dimissioni, poco dopo ci hanno detto che era deceduta”.
Si sono recati oggi i figli della donna nella caserma di Monserrato per presentare la denuncia: “Mia mamma da diversi anni aveva dei problemi di salute a causa del cuore, che curava con terapia farmaceutica data negli anni dai dottori, inoltre da circa 6/7 mesi era affetta da dermatite acuta, che stava curando con la terapia data dall’Ospedale “SS. Trinità di Cagliari e dal Policlinico di Monserrato e, nonostante queste patologie, le sue condizioni di salute erano buone”. Il 21 dicembre mentre si trovava a casa sua con la figlia che l’assiste, “ha accusato un malore dovuto a una perdita di sangue: sul posto è intervenuto il personale del 118, che ha provveduto a trasportarla in codice rosso presso il pronto soccorso del Policlinico di Monserrato”, riferendo ai figli “che ci avrebbero contattato telefonicamente per riferirci se nostra madre l’avrebbero ricoverata per accertamenti o eventualmente dimessa”.
Il giorno seguente i familiari sono stati avvisati di andare a prendere la madre perché doveva essere dimessa. Nelle ore successive “ci siamo recati presso il pronto soccorso e una volta entrati all’interno dello stesso abbiamo contattato la dottoressa di turno, la quale ci ha riferito che dovevamo attendere per sapere notizie su nostra madre in quanto era impegnata per altre urgenze e si è allontanata dal triage: nel contesto abbiamo notato la presenza di nostra madre su un lettino all’interno della stanza del triage, che si trovava addormentata profondamente, la quale risultava essere legata con una camicetta di forza colore verde. Alla nostra domanda del fatto per cui nostra madre fosse stata legata e si trovasse in profonda incoscienza, il medico ci ha riferito che a causa del forte stato di agitazione di nostra madre erano stati costretti a sedarla e metterle la camicia al fine di non strapparsi le cannule dal braccio. La stessa dottoressa, inoltre ci ha riferito che nostra madre stava bene di salute e che non aveva nessuna patologia importante ai fini di doverla trattenere in quella struttura, pertanto l’avrebbero dimessa e noi l’avremmo dovuta prendere in quelle condizioni”.
La famiglia ha chiesto se fosse “normale” prenderla “in quelle condizioni e cosi ci siamo rifiutati di prenderla, ma la stessa dottoressa, alzando la voce, ci ha ribadito che nostra madre doveva andare a casa e da una nostra richiesta di inserire nel foglio di dimissioni che mia mamma era legata e sedata, si è rifiutata categoricamente e ci ha intimato di non uscire dalla stanza perché aveva chiamato i Carabinieri. Dopo aver concluso la conversazione con la dottoressa, anche io” spiega il figlio, “ho contattato i Carabinieri di Monserrato, per un loro intervento, che è avvenuto dopo circa una mezz’ora: una volta intervenuti sul posto i Carabinieri di Monserrato, ci hanno riferito che avrebbero ricoverato nostra madre, pertanto io e mia sorella abbiamo deciso di andarcene”.
leri, però, la figlia è stata avvisata dal Policlinico “che nostra madre era deceduta per arresto cardiaco”.
La famiglia chiede “di far luce sulla morte di nostra madre in quanto non sappiamo cosa sia successo e soprattutto perché non abbiamo avuto alcun tipo di spiegazione da parte dei medici. Temiamo che ci siano state delle negligenze da parte degli stessi nel corso del loro operato”.
Viene chiesto inoltre “che venga eseguita l’autopsia sul corpo” della donna “per meglio accertare le cause della sua morte.
Attualmente la salma si trova presso il Policlinico Universitario di Monserrato e come comunicato dalla Direzione Generale del Policlinico sara eseguito l’esame di anatomopatologica per poi essere trasferita al cimitero di San Michele in attesa della cremazione da stabilire”.
La famiglia ha chiesto inoltre le cartelle cliniche.












