Monserrato, alla festa della birra arriva la Smeraldi ed è subito polemica: “L’assenza totale di un programma pensato per una comunità intera, bambini, famiglie, anziani, giovani con interessi diversi” afferma il PD. Replica il sindaco: “Ballerà, firmerà autografi e si concederà per foto e selfie. Non è una delinquente, è solo una ragazza che ha scelto di lavorare nella pornografia come Cicciolina, ex membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, e Moana Pozzi che, a distanza di 30 anni dalla sua morte, viene ancora ricordata come una diva”.
Inaugurerà la stagione all’arena grandi eventi di Monserrato la giovane attrice di Cagliari che vanta prestigiosi riconoscimenti ed è considerata delle migliori attrici dell’eros. Giovane, bella e super richiesta: ospite contesa in tutta Italia, la sua presenza, forse, non è mai stata citata quanto in queste ore a Monserrato: “Sto ricevendo tantissimi messaggi, chiamate, soprattutto in chiave ironica” spiega il sindaco Tomaso Locci. Mi è stato proposto come ospite Martina Smeraldi e ho accettato. Che male c’è? È una aragazza che ha scelto una determinata professione, è tra le migliori, è di Cagliari. La sua presenza sarà sul palco dove ballerà, farà foto, autografi”. Difende insomma il consenso all’ospite proposto dagli organizzatori della festa che provvederanno anche a retribuire l’attrice. Via i pregiudizi, insomma, “alla fine chi è che non ha mai visto un porno”.
Polemiche quindi respinte al mittente come quella di Francesca Congiu, PD, che esprime: “Festa della Birra a Monserrato: la politica dell’apparenza e l’assenza di visione
Ancora una volta l’amministrazione comunale di Monserrato dimostra di non avere una visione culturale inclusiva, capace di parlare a tutta la cittadinanza. La scelta di ospitare Martina Smeraldi alla festa della birra pur senza spese per il Comune, come ci tengono a sottolineare, rivela un’impostazione povera di contenuti e totalmente sbilanciata verso la spettacolarizzazione facile.
Il punto non è il nome dell’ospite in sé, ma l’assenza totale di un programma pensato per una comunità intera, bambini, famiglie, anziani, giovani con interessi diversi. Puntare tutto su un evento, rivolto a un pubblico molto specifico, significa escludere. E quando un’amministrazione esclude invece di unire, sta fallendo nel suo compito più importante, rappresentare e servire tutti, non solo una parte.
Si poteva e si doveva fare di più. Bastava un po’ di progettazione, un’idea più ampia, un’attenzione vera ai bisogni culturali e sociali di Monserrato. Ma evidentemente la priorità non è la comunità, bensì l’effetto mediatico.
La politica locale non dovrebbe inseguire i click, ma costruire coesione. E qui di coesione, purtroppo, non se n’è vista”.