Monastir, dolore e riflessione per la morte dell’uomo rinvenuto privo di vita nel Rio Flumineddu tre giorni fa: “Dobbiamo riflettere su questa tragedia, sperando che situazioni così non si ripetano più”.
Si chiamava Andrea, aveva 55 anni, e lo hanno trovato oramai cadavere, in decomposizione in mezzo alla vegetazione. In tanti in paese conoscevano la sua situazione, una vita di difficoltà e di lutti: solo un anno fa aveva perso il fratello, rifiutava chi gli proponeva un aiuto e, anche qualche giorno prima del suo decesso, era stato notato vagare senza meta, forse in stato confusionale. Viveva in una casa che non era proprio tale, la solitudine era la sua compagna di viaggio in questa vita che ora per lui è terminata. In tanti in questi giorni hanno voluto esprimere un pensiero per Andrea, l’uomo “invisibile”, anche al fine di mettere in evidenza il fenomeno sociale che, spesso, nel silenzio urla più di cento persone messe insieme. “La situazione in cui viveva Andrea era a conoscenza di tutti, si, è vero si poteva aiutare, anche se lui non voleva, ma adesso tutti questi “se” “ma” forse” sono inutili e insensati. L’unica cosa sensata – espone un residente – in questo momento è il silenzio. Se si vuole compiere un gesto buono nei suoi confronti sarà quello di accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Mi auguro che giudizi e opinioni a riguardo siano finiti e che possa trovare la pace che in questa vita non ha avuto”. Ora si attende il giorno del funerale, la comunità lo accompagnerà in silenzio nel suo ultimo viaggio con l’auspicio che altri “Andrea” non debbano patire ciò che il 55enne ha vissuto durante la vita terrena.
Si chiamava Andrea, aveva 55 anni, e lo hanno trovato oramai cadavere, in decomposizione in mezzo alla vegetazione. In tanti in paese conoscevano la sua situazione, una vita di difficoltà e di lutti: solo un anno fa aveva perso il fratello, rifiutava chi gli proponeva un aiuto e, anche qualche giorno prima del suo decesso, era stato notato vagare senza meta, forse in stato confusionale. Viveva in una casa che non era proprio tale, la solitudine era la sua compagna di viaggio in questa vita che ora per lui è terminata. In tanti in questi giorni hanno voluto esprimere un pensiero per Andrea, l’uomo “invisibile”, anche al fine di mettere in evidenza il fenomeno sociale che, spesso, nel silenzio urla più di cento persone messe insieme. “La situazione in cui viveva Andrea era a conoscenza di tutti, si, è vero si poteva aiutare, anche se lui non voleva, ma adesso tutti questi “se” “ma” forse” sono inutili e insensati. L’unica cosa sensata – espone un residente – in questo momento è il silenzio. Se si vuole compiere un gesto buono nei suoi confronti sarà quello di accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Mi auguro che giudizi e opinioni a riguardo siano finiti e che possa trovare la pace che in questa vita non ha avuto”. Ora si attende il giorno del funerale, la comunità lo accompagnerà in silenzio nel suo ultimo viaggio con l’auspicio che altri “Andrea” non debbano patire ciò che il 55enne ha vissuto durante la vita terrena.












