“Mio papà di Sinnai morto di Covid, difendiamo l’isola dal virus: no agli arrivi dalle zone rosse”

Luisa Pedditzi, docente 48enne, ha perso il padre all’inizio della seconda ondata: “Spero che questa mia testimonianza possa servire a evitare di piangere altre vittime, proteggiamo la nostra Sardegna”


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“Il mio papà è morto per le conseguenze del Covid, era una persona meravigliosa. Bloccate gli arrivi affinché non si ripeta quello accaduto l’estate scorsa”.
A Radio CASTEDDU, il racconto di Luisa Pedditzi di Sinnai che ha perso il suo amato genitore durante la seconda ondata della pandemia. “Le conseguenze sono terribili per le persone più fragili e mio papà è stata una di queste persone, una delle vittime della seconda ondata e, con questa mia testimonianza, voglio che non sia morto invano.
Voglio fare in modo che con questo messaggio possiamo essere ascoltati dai nostri governanti, da chi ci rappresenta a livello nazionale e regionale, per proteggere la nostra terra in questa delicata fase della pandemia, in cui l’economia non è ancora riuscita a rialzarsi e rischia d’estate di vedere tutto chiuso. Voglio evitare che accadano altre morti, come quelle che hanno toccato la mia famiglia, che possano verificarsi in altre famiglie.
A settembre le Rsa sono state chiuse immediatamente quando ci sono stati i primi contagi, quindi noi familiari non potevamo entrare ma questo virus è arrivato da altre parti. Da chi probabilmente in qualche modo non ha rispettato le regole. Gli anziani in strutture di questo tipo stanno senza mascherina e sono persone molto fragili. Per i familiari è una cosa terribile non vedere le persone che amano, non potergli stare vicino in questo momento, anche se devo dire che le persone che l’hanno assistito sono state splendide e con grande senso di umanità. Sono stati commessi molti errori e, questi errori, si stanno ripetendo.
È una strage in tutta Italia e l’aspetto che i familiari non possono vedere i familiari non lo auguro a nessuno.
Vedere che, invece, adesso si accetta che vengono delle persone in vacanza, persone, che si sa, che essendo in zona rossa non possono fare pressoché nulla e in zona bianca possono uscire, andare per locali, essere liberi di muoversi, per quali motivi, da sarda, devo trovarmi in una situazione in cui ho paura di andare per esempio in piazza perché non è stato fatto il tampone in partenza o si è riusciti a sfuggire ai controlli di porti e aeroporti?
Per quale motivo, mi chiedo,  noi sardi non potremmo più godere di quello che abbiamo tanto faticato ad ottenere?”.

 

Risentite qui l’intervista a Luisa Pedditzi del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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