“Mio fratello, aggredito brutalmente in una colonia in Sardegna: prima in coma, adesso privato dell’assistenza necessaria”. Un appello disperato, una sorella che chiede aiuto con una lettera aperta a Casteddu Online: “Mi chiamo Arianna Atzeni e scrivo in qualità di sorella di una persona affetta da grave disturbo psichiatrico con doppia diagnosi, vittima di una brutale aggressione in Sardegna all’interno di una colonia penale il 4 luglio 2024. L’aggressione ha causato gravi traumi, portandolo al ricovero d’urgenza in ospedale in coma e a un intervento chirurgico per contenere un’emorragia cerebrale. Alla dimissione ospedaliera, avvenuta nel mese di ottobre, i medici hanno prescritto un ricovero per riabilitazione neuromotoria a regime intensivo (codice 56), necessario per consentire la ripresa delle sue autonomie funzionali gravemente compromesse. Tuttavia, anziché essere trasferito in una struttura riabilitativa specializzata, mio fratello è stato condotto presso l’infermeria di un carcere, una struttura inadeguata a fornire le cure richieste per il suo recupero. A causa del trauma subito, mio fratello è ora affetto da emiparesi che gli impedisce di camminare. Questa condizione richiede interventi riabilitativi tempestivi e specifici, che al momento non gli vengono garantiti. Nonostante la mia recente nomina come amministratrice di sostegno, le richieste di informazioni e chiarimenti alla direzione sanitaria del carcere sono rimaste senza risposta, violando i diritti fondamentali di mio fratello. Il silenzio delle autorità coinvolte e il mancato rispetto delle indicazioni mediche aggravano una situazione già drammatica. È indispensabile che venga trasferito presso una struttura riabilitativa adeguata, come indicato dai medici, affinché possa ricevere le cure necessarie e vivere in condizioni dignitose. Per richiamare l’attenzione su questa grave violazione dei diritti di mio fratello, annuncio che, a partire da oggi, inizierò uno sciopero della fame e della sete. Questa decisione estrema è un appello alle istituzioni competenti affinché intervengano tempestivamente per garantire il rispetto dei suoi diritti e la tutela della sua salute. Confido nel supporto dell’opinione pubblica e delle istituzioni affinché questa ingiustizia non passi inosservata”, conclude Arianna.










