È caduto in casa, rimediando una ferita alla testa, ed è stato accompagnato da un’ambulanza del 118 all’ospedale Civile di Sassari. Lì, però, stando alla lettera-denuncia scritta dal fratello della moglie, per Antonio M., 61enne sardo, sarebbe iniziato l’incubo. Tutti i dettagli sono contenuti in una email inviata da Giovanni Nuscis, funzionario pubblico e, in passato candidato nel collegio uninominale di Sassari per le elezioni politiche nazionali nella lista di Potere Al Popolo, e spedita all’assessore regionale leghista della Sanità, Mario Nieddu. Proprio perchè si è insediato da poco tempo, Nuscis lancia un appello, proprio in contemporanea con la visita di una commissione regionale all’ospedale sassarese: “Il diritto alla salute non può avere discriminazioni, e la sua tutela, a cominciare dalle situazioni di urgenza, dovrebbe vedere un immediato rafforzamento degli organici a partire da quelli dei Pronto soccorso. Basterebbe un solo milione di euro per rafforzare proficuamente le strutture più sofferenti, come quella di Sassari”. Ecco, di seguito, il testo completo.
“Ieri, domenica 4 agosto, mio cognato Antonio M. è stato accompagnato da un’ambulanza al Pronto soccorso dell’ospedale Civile di Sassari a causa di una brutta caduta dentro casa, che gli ha prodotto un trauma alla testa e una ferita che continuava a sanguinare. All’arrivo al Pronto soccorso, intorno alle 15:00, gli è stato attribuito il codice verde, ed era dodicesimo in ordine di arrivo. Mio cognato è affetto da una malattia del motoneurone che comporta la perdita di funzionalità degli arti inferiori, patologia destinata a peggiorare, e che gli impone una assistenza costante. Dopo un’attesa di circa cinque ore, e dopo aver rappresentato al personale del pronto soccorso la sua particolare condizione di salute, la sua posizione di priorità è addirittura regredita al diciassettesimo posto. A quel punto mio cognato, già fragile e scoraggiato per l’attesa, ha voluto essere riaccompagnato a casa. È nota da anni la difficoltà organizzativa del sistema sanitario regionale a far fronte con la dovuta tempestività ed efficacia alla domanda di cure mediche, e si condivide di massima la scelta di anteporre un intervento sanitario urgente ad uno meno urgente. Ciò che appare invece meno logico è la promiscuità di codici e di priorità e l’esiguità degli organici del personale medico e paramedico nei Pronto soccorso. Trattandosi di strutture preposte ai trattamenti sanitari urgenti, il primo discrimine dovrebbe essere proprio tra le richieste di soccorso che presentano il carattere di urgenza (a prescindere dall’entità) e quelle che tale carattere non presentano, ad un primo esame medico. Ragion per cui un paziente da codice bianco, invece di stazionare inutilmente e per un tempo indefinito nella sala d’aspetto del pronto soccorso, dovrebbe essere subito indirizzato verso la struttura medica più idonea ad accertare e curare il problema lamentato.
“A questo punto, per i livelli di urgenza più elevati (codici rosso e giallo) si potrebbe utilizzare un unico ordine di priorità e la maggior parte delle risorse in organico. Mentre per il codice verde (paziente con patologie di modesta entità ma comunque urgenti) si potrebbe creare un ordine di attesa a sé stante ma comunque puntuale nella sua inderogabilità, a cui destinare il restante personale. Il diritto alla salute non può avere discriminazioni, e la sua tutela, a cominciare dalle situazioni di urgenza, dovrebbe vedere un immediato rafforzamento degli organici a partire da quelli dei Pronto soccorso. Basterebbe un solo milione di euro per rafforzare proficuamente le strutture più sofferenti, come quella di Sassari. Oggi, a partire dalle ore 10,00, inizierà il sopralluogo nelle strutture ospedaliere di Sassari, a cominciare dall’ospedale Civile, da parte di una Commissione regionale. Ci si augura il massimo ascolto dei pazienti e delle realtà organizzate che li rappresentano; ma, soprattutto, l’assunzione immediata di tutti gli interventi organizzativi necessari”.











