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Prossima meta Ibiza e poi in Sardegna. Il festival musicale itinerante Elrow occasione ideale per unire l’utile al dilettevole: farsi una bella vacanza e coprire i costi rapinando giovani durante i raduni. Era questo il programma per l’immediato futuro della banda dello spray al peperoncino coinvolta nella tragedia della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo l’8 dicembre scorso costata la vita a 5 ragazzi e una mamma. Tutti d’accordo, da Ugo Di Puorto ad Andrea Cavallari, stando alle intercettazioni e all’ordinanza del gip di Ancona che ha disposto le misure cautelari. I due capi dell’organizzazione divisa in due sezioni ben distinte. La partenza fissata proprio in questi giorni per l’isola spagnola cuore del divertimento sfrenato se prima non fosse arrivata la chiusura del cerchio dell’inchiesta da parte della procura di Ancona. Prima di Ibiza e a seguire la Sardegna a Ferragosto, l’ultimo colpo da ascrivere all’organizzazione criminale risale alla settimana precedente ai blitz dei carabinieri ed è avvenuto proprio nelle Marche. Un pezzo della banda, arricchito da altre ‘comparse’ entrate nell’inchiesta, è sceso fino a Porto San Giorgio il 25 luglio scorso in occasione della serata live dei trapper che compongono il trio Dark Polo Gang: “I bambini con le collane”, così li chiama Andrea Cavallari cercando di convincere altri due giovani, tra cui una ragazza, alla trasferta nel sud delle Marche.
Decisione confermata e serata con ‘strappo’ garantita grazie all’uso non dello spray al peperoncino, ma della pistola elettrica, il taser. L’arma in dotazione a molti apparati di polizia locale viene individuata dai carabinieri la sera stessa, dopo che la banda aveva messo a segno i colpi a Porto San Giorgio. Il tutto per un banale controllo stradale a Monte San Pietrangeli dove oltre al taser, nascosto nella vettura della ragazza, oltre a due collane in oro giallo appena rubate. Di Puorto e Cavallari, riconosciuti come i leader di due gruppi separati a livello operativo, ma parte dello stesso sodalizio. Con il primo operavano sempre Raffaele Mormone ed Eros Amoruso, deceduto il 23 aprile scorso in un incidente stradale, col secondo Souahib Haddada e Badr Amouiyah e Moez Akari spesso prestato, oltre alla presenza degli altri soggetti finiti nell’inchiesta, ma non arrestati. Almeno cinque le persone che potrebbero entrare nel processo, tra cui due ragazze, in un fascicolo separato da quello principale ma inevitabilmente connesso. Bande che entravano in azione con un modus operandi chiaro, studiato ed efficace. Il primo sceglieva la vittima, il secondo l’avvicinava e spruzzava lo spray, il terzo strappava catenine, bracciali e orologi e infine la merce trafugata finiva nelle mani del quarto che si dileguava.
Dal nostro giornale partner Il Resto del Carlino