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di Jacopo Norfo
Voglio dirlo subito, prima che qualcuno scriva commenti razzisti: i bimbi migranti, i piccoli di colore a Cagliari e tutti gli ospiti stranieri, hanno lo stesso diritto di essere curati dei cagliaritani. So che questa frase non piacerà a tutti, forse, sarebbe superflua ma non lo è. Ma penso che la nostra società adesso debba organizzarsi per cambiare mentalità: sarebbe brutto che Cagliari passasse per una città poco accogliente o con dei pregiudizi. La storia che vi raccontiamo oggi in esclusiva su Cagliari Online fa riflettere: al Microcitemico arrivano due donne di colore con i bimbi piccolissimi. Si scatena subito la voce- peraltro non fondata- che siano ammalati di scabbia. Si ha paura per il contagio. Scatta la sanificazione. Le mamme si rivoltano e scrivono, per prime, al nostro giornale: giusta la preoccupazione. Sbagliato etichettare persone a seconda del colore della pelle, iniziare a dire che i bimbi sono passati prima degli altri per la solita tiritera salviniana che ormai infesta Fb.
Invece il problema è un altro: gli ospedali e tutte le istituzioni pubbliche cagliaritane devono organizzarsi, per fronteggiare questa nuova situazione sociale. Devono creare distensione e non tensione. Serve una grande campagna di comunicazione per spiegare come in tutta Europa questo dramma delle migrazioni che sta spaccando le società è solo un cambiamento dei tempi. Qui si rischia di creare dei danni. I bambini sono bambini, di qualunque sia il loro colore della pelle. E questa mattina al Microcitemico le mamme straniere sono state lasciate sulle scale, in attesa, tra le urla dei genitori cagliaritani. “Quello è un ambulatorio pediatrico, con spazi insufficienti e l’aria condizionata sempre rotta”, scrive giustamente Ivano Argiolas di Thalassa Onlus su Cagliari Online. E allora il problema è la sanità che funziona spesso a singhiozzo, non il colore della pelle di chi arriva: passa prima, in tutti gli ospedali, chi ha più bisogno. Il problema sono i reparti che scoppiano perchè l’emergenza stranieri non è stata affrontata con i dovuti mezzi, lo stesso discorso vale per le forze di polizia che dovrebbero essere potenziate, anche per garantire più sicurezza in città. Io oggi sto con quei bambini di colore, perchè come tutti gli altri è come se fossero miei fratelli.