Maria Antonietta Serra dipinge il passato perché sorride al presente ed attende il futuro con fiducia. E i suoi quadri diventano cartoline di scorci che non esistono più o attualissime fotografie , ricche di particolari e di vissuto alla stregua della maniera della ” Pittura dei luoghi” del vedutista veneziano Canaletto che amava rappresentare tutti i particolari che percepiva in modo nitido e minuzioso. Serra rappresenta la sua terra, la Sardegna, cogliendo ciò che resta della trascorsa civiltà contadina e pastorale, oggi scomparsa troppo velocemente sotto l’incalzare incontenibile della tecnologia post-industriale. Formidabile naturalista che si cala nella realtà di ieri e di oggi, descrittrice d’architettura e dell’ambiente acuta e analitica che trasforma nella sua pittura d’ordinaria realtà quotidiana in opera d’arte. Una casa dirupata, uno scorcio del borgo, un elemento architettonico rustico espressione del tipico artigianato locale, una vecchina sulla soglia dell’uscio di un paese montano dell’entroterra,un paesaggio campestre rappresentato in modo da far trasparire dalla tela la rude ma calda e sopratutto umana atmosfera tanto cara a Grazia Deledda : questi sono gli elementi che caratterizzano la produzione della giovane Serra .
Poco importa la sua origine autodidatta, spontanea quasi selvaggia, anzi, tale stato Le conferisce una forza verginea dirompente che rende autorevole, ma non meno poetica, ogni pennellata. Serra rappresenta il dettaglio perché risponde alla sua vocazione di narratrice e, attraverso le immagini racconta ciò che vede, ha visto o solo immaginato, grazie ai racconti di nonna Antonia . Prende così per mano l’osservatore e, per il tempo che egli vuole, lo induce a sognare. Chi volesse vedere le sue esposizioni, è invitato a recarsi a Pula a Casa Frau anche domenica per Monuimenti Aperti.












