Meno carezze a Sant’Efisio durante il suo cammino verso Nora per tutelare l’incolumità dell’antico simulacro: “Si rischia di perdere il valore della processione”. Dopo l’incidente dello scorso anno, si ipotizzano nuove misure restrittive che non mettono tutti d’accordo. Il sindaco di Pula Walter Cabasino: “I fedeli chiedono al Santo protezione, guarigione e conforto nelle difficoltà, si avvicinano con cautela, limitare o proibire durante le fermate questo gesto di fede, di vicinanza al Santo potrebbe far perdere il valore della tradizione alla quale siamo tutti legati”.
Mancano poche settimane all’inizio delle tappe legate alla vita di Sant’Efisio, il martire guerriero che invocò la protezione per il popolo sardo prima di morire. Queste culmineranno il 1° maggio, come ogni anno, dal 1657: un popolo fedele alla promessa, unito nella tradizione. L’anno scorso, durante una manovra, un dito del Santo è stato danneggiato: si ipotizzano, quindi, nuove norme da parte della soprintendenza per tutelare l’incolumità dell’antica statua risalente al XVII secolo. “Tutelare il simulacro è senz’altro necessario, per preservarlo per le generazioni future, ma la Festa di Sant’ Efisio, non ritengo possa essere snaturata da misure drastiche come quelle paventate dai giornali” spiega la sindaca di Villa San Pietro Marina Madeddu. “Sicuramente bisognerà agire sulla sensibilizzazione al valore storico-artistico del simulacro da parte dei fedeli ma anche di tutti coloro che nei 4 giorni lo maneggiano.
Ma senza stravolgimenti.
Auspico un coinvolgimento delle amministrazioni dei comuni del percorso processionsle al fine di condividere criticità e soluzioni”.
Anche il sindaco di Capoterra Beniamino Garau è in linea con il pensiero dei colleghi sindaci di Pula e Villa San Pietro, rappresentanti delle comunità che accolgono il Santo durante la processione: “La tutela del simulacro si deve rapportare alla grande devozione di tutti noi, estremizzare così non mi piace, tra le ipotesi ho sentito anche la possibilità di sostituire la statua ma quella è la statua sulla quale i fedeli ripongono la fede per i miracoli che ha fatto. Si potrebbe mettere una guardiania speciale, ma deve essere toccato dai fedeli. Magari non le parti sensibili che possono essere più esposte a danni: un controllo maggiore insomma ma non si può togliere ai fedeli la possibilità di avvicinarsi al Santo, ai devoti di riporre le proprie preghiere. Io l’anno scorso ho visto la gente andare via in lacrime quando non fu aperto il cocchio, perché il gesto di toccare il Santo è molto importante, è un momento di devozione altissimo per le nostre comunità”.











