Due cartelli, simili, piazzati accanto alle serrande, che rimarranno abbassate per tanti giorni. Sei, in un caso, otto, nell’altro. Succede in via Tuveri a Cagliari, i bar colpiti dai provvedimenti sono il “Coffee in the city” al civico 88 e il bar pasticceria “D’Elite” al numero settantaquattro. In entrambi i casi il motivo della doppia stangata è rappresentato “dai tavolini esterni” piazzati sin da quando la pandemia del Covid segnava numeri preoccupanti. Sono arrivati i vigili e hanno notato che “la larghezza del marciapiede non lo consentiva”. Da qui la doppia sanzione e, in aggiunta, la chiusura. Giorni di lavoro persi, quindi, per i titolari dei due locali e per i loro dipendenti, in una via centralissima e molto trafficata di Cagliari. Nell’avvisare la clientela, i baristi si sfogano, puntando il dito contro chi ha deciso di tenerli a casa per “colpa” dei tavolini piazzati sul marciapiede, accanto alle serrande delle caffetterie.
“Cari clienti, con dispiacere comunichiamo che fino a lunedì 21 marzo ci costringono a stare chiusi. Sappiate infatti che il Comune di Cagliari ci ha sanzionato con la chiusura perchè nel pieno della pandemia, nel 2021, abbiamo messo, per favorire la clientela, lo ricorderete, dei tavolini sul marciapiede. Ci è stato contestato che la larghezza non lo consentiva. Pensavamo di aver chiuso la questione con il pagamento della salata sanzione, ma non è stato così purtroppo. Troviamo tutto ciò profondamente ingiusto per i tempi che passiamo”, così si legge nel cartello del “D’Elite”. La titolare del “Coffee in the city” ci va giù in modo altrettanto pesante: “Attività chiusa dal 14 al ventuno marzo. La causa è una sanzione emanata dal Comune di Cagliari dovuta ad un tavolino posto fuori per evitare il sovraffollamento all’interno del bar per ridurre assembramenti causa pandemia. Non è bastata la sanzione pagata, hanno ben pensato di infierire con la totale chiusura del locale per ben otto giorni. Certi che chi sta dietro a queste decisioni non ha la minima idea di cosa significhi perdere otto giorni di lavoro e che questo va in contrasto con la falsa propaganda fatta per aiutare le imprese, ringraziamo voi per il sostegno morale che ci avete dato e ci date da sempre, ci rivediamo il 22 marzo”.












