“La Zona Franca doganale del porto di Cagliari può partire domani mattina a patto che la Regione Sardegna faccia la sua parte dando via libera al piano operativo”. Con queste parole Piergiorgio Massidda, presidente di Cagliari Free Zone, riassume la situazione dello scalo sardo che attende di diventare zona franca doganale. “Un inspiegabile ritardo – ha sottolineato Massidda durante una conferenza stampa convocata questa mattina nell’hotel Regina Margherita – Forse il problema sono io, c’è chi non vuole che sia inaugurata da me: a questo punto faccio un passo indietro e mi dimetto, ma solo quando la zona franca sarà pienamente operativa”.
Un’opportunità per il rilancio dell’economia e dell’attività portuale sarda. “La Zona Franca – ha continuato Massidda – è una realtà che darebbe immediatamente posti di lavoro e farebbe da volano per la crescita di Cagliari e per tutta l’area vasta. Al momento è l’unico strumento disponibile a sostegno della politica industriale che la parte pubblica può mettere in campo in rispetto di tutte le restrizioni poste in essere dall’Unione Europea a tutela del divieto di aiuti di Stato all’economia reale. La zona franca ha dunque tutte le carte in regola per divenire un formidabile attrattore di investimenti in grado di generare migliaia di posti di lavoro veri provenienti dal territorio, ridare fiato all’indotto industriale a patto che essa non venga amministrata come un poltronificio politico, cosa alla quale mi opporrò strenuamente”.
Progetto bloccato da un anno e mezzo, nonostante il via libera dell’Agenzia delle dogane. “Sui tavoli della Giunta regionale – ha aggiunto Massidda – è fermo da mesi il piano operativo e una richiesta di finanziamento di un milione che permetterebbe di partire immediatamente. La Regione infatti ha l’ultima parola sul piano operativo. Perché questo piano è bloccato? Si tratta di inefficienza o il problema è politico? Se il problema è politico e si chiama Piergiorgio Massidda sono pronto a dimettermi dal momento che la zona franca sarà pienamente operativa. In modo che altri possano tagliare i nastri e prendersi i meriti. Perché la Sardegna ha bisogno di risposte non di contrapposizioni. Ha bisogno che i problemi siano affrontati e risolti non di sterili lotte. Se il problema sono io, non appena la Regione farà il suo dovere e punterà sulla zona franca, lascerò campo libero. Perché questo è il momento di fare le cose non di occupare posizioni. La politica non perda anche questo treno”.











