Massacrata di botte dall’ex marito, 21 placche di titanio e un nervo oculare lesionato. Questo è ciò che ha vissuto Lucia Regna, 44 anni e madre di due figli che da sempre sono stati dalla sua parte e continuano ad esserlo anche pubblicamente.
“Va compreso, non fu un accesso d’ira immotivato, ma uno sfogo riconducibile alla logica delle relazioni umane”, sono le motivazioni del Pm Paola Gallo nella sentenza di primo grado, che di fatto rende l’imputato già a piede libero, con una pena di un anno e mezzo. Ora questa sentenza è stata impugnata dalla Procura di Torino.
“Abbiamo impugnato la sentenza e ci sarà poi un giudice che deciderà” ha spiegato Cesare Parodi, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e procuratore aggiunto di Torino, intervistato da Tagadà su La7.
“La Procura di Torino, il gruppo che opera su questi reati – ha sottolineato Parodi – è coordinato da me. Questa è una vicenda seguita dal mio gruppo. La collega che ha chiesto la condanna per il reato di maltrattamenti ha chiesto una pena severa. Che cosa è accaduto? Abbiamo contestato il reato di maltrattamenti e lesioni. Sulle lesioni viene riconosciuta la responsabilità, l’imputato viene invece assolto dal reato di maltrattamenti. Purtroppo, spesso ci sono delle assoluzioni perché il reato di maltrattamenti ha una fattispecie estremamente indefinita”.












