Sarà per la paura delle multe, sarà perchè in ballo c’è comunque la salute, ma i cagliaritani si dimostrano ligi al dovere, nel primo giorno con l’obbligo delle mascherine tutto il giorno, all’aperto, laddove non sia possibile tenere la distanza dalle altre persone.
Gli unici “ribelli”? Qualche gruppo di ragazzi seduto sulle panchine di piazza Yenne e chi aspetta il bus alla fermata e si copre naso e bocca solo al momento di salire a bordo. Dove? In via Roma, ma anche sotto le pensiline di piazza Matteotti. Sono questi i “fotogrammi” registrati nella prima mattina con la nuova restrizione imposta dal Governo. I controlli? Non sono così pressanti: tra le 10:30 e mezzogiorno, da piazza Giovanni XXIII sino al Largo Carlo Felice, passando per via Dante, via Sonnino e via Roma, pochi agenti della Municipale. Ma l’abitudine della mascherina, obbligatoria sin da prima del lockdown di marzo, ha sicuramente influito sui comportamenti della maggior parte delle persone in giro, per questo o quel motivo, in città.
“Ormai ci ho fatto l’abitudine, l’ho indossata anche i giorni scorsi quando mi sono incontrato con degli amici”, racconta Piero Casti, fruttivendolo 51enne. “Sino a quando non si attenuerà la nuova ondata del Covid dovrò indossarla. Certo, faccio un po’ di fatica a tenerla sempre addosso, ma va fatto. Spero che manchi solo qualche mese al vaccino, io sono pronto a farlo”. Pensiero condiviso anche da Fabio Melaranci, 43 anni, grossista di abbigliamento. Mascherina bianca ben calata sul viso e boccetta del gel igienizzante tra le mani, sin dall’inizio della pandemia ha deciso di rinunciare a una fetta del suo guadagno in nome della sicurezza: “Viaggiavo anche molto all’estero per motivi di lavoro, da gennaio ho scelto di non partire più per tutelare la mia famiglia. Se fossi stato un lavoratore dipendente sarebbe stato un problema più grave. Vedo in giro molte persone che indossano la mascherina, la mia la indosso sei o sette volte prima di cambiarla. Non mi pesa indossarla, ormai sono abituato”.










