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Si è svolta ieri sera, nel cuore del quartiere La Pola, la serata di preghiere per le sorti dell’Asilo della Marina in via Baylle.
Ci vorrebbe un miracolo per salvare questo luogo-simbolo di Cagliari articolato su più piani, con lunghi anditi e spazi sacri d’antica memoria. Del resto, i locali che ospitano l’Asilo sono parte integrante del convento agostiniano sui quali incombe l’incubo che la struttura venga pignorata e venduta. Cresce anche il rischio per le cinque suore che ci vivono, di ricevere lo sfratto, a breve giro di posta.
PREZIOSO EDIFICIO per la storia della città, l’Asilo della Marina e di Stampace (questa la sua storica denominazione), accoglie dal 1864 le Figlie di San Vincenzo. Oggi lo stabile rappresenta la sola garanzia per i suoi ex dipendenti, desiderosi di recuperare gli stipendi arretrati per il lavoro svolto nel far funzionare l’Asilo.
In questi anni, causa le difficoltà dovute al calo delle iscrizioni e, si racconta, per “i ritardi con i quali la Regione trasferiva i finanziamenti”, l’edificio ha dovuto chiudere. Un poco anche per le rette che avrebbe dovuto far pagare ai cittadini in difficoltà. Non solo: la manutenzione degli ambienti è onerosa. E i tagli ai contributi pubblici per le scuole paritarie dell’infanzia hanno fatto la differenza. Da 315 si sono infatti ridotte a 252 e tra esse, anche la “scuola dei poveri” o della carità, rappresentata appunto dall’Asilo, ha dovuto chiudere.
Così da tempo, le 8 dipendenti che sono state licenziate (insegnanti, una cuoca, una assistente e una ausiliaria) attendono di ricevere gli stipendi arretrati. Tra esse c’è chi attende ben 17 mensilità arretrate e di conseguenza, l’unica strada è quella legale che ha portato le ex dipendenti ad ottenere vari decreti di pignoramento emessi dal Tribunale.
UNA SPERANZA dunque per le ex dipendenti, ma un incubo per le cinque suore che abitano nella struttura. L’incubo del pignoramento immobiliare che fa paura a quanti conoscono la storia della città.
Vendere la struttura significherebbe infatti perdere una istituzione che per più di un secolo è stata un punto di riferimento nell’educazione dei bambini. Soprattutto per il quartiere della Marina e di Stampace dalla fine dell’Ottocento ed anche per la Cagliari povera del secondo dopoguerra.
Si susseguono le preghiere e gli appelli per le sorti dell’Asilo nel quale, appunto ieri, si è svolto l’incontro di dialogo. Nella cappella sacra dell’Asilo, gremita per l’occasione, c’erano soprattutto i Marianelli che hanno detto “no alla svendita“.
C’erano anche “is picciocus de crobi” d’una volta, a dire il vero cresciutelli. Un tempo poveri, scalzi e sbrattati ma forti di spirito, pieni d’iniziativa.
In quello che è stato il loro Asilo hanno potuto usufruire della primissima istruzione grazie a figure di rilievo come ad esempio suor Giuseppina Nicoli, beatificata dal Papa nel 2008 e suor Maria Teresa Tambelli,maestre di vita e “madri spirituali”.
Anche grazie ad esse l’Asilo della Marina e di Stampace è cresciuto in termini di presenze: il suo portone è stato varcato da bisognosi di tutte nazionalità.
Intanto ieri all’incontro “di preghiera e speranza” (così lo ha battezzato il portavoce dei Marianelli, Carlo Boi), hanno partecipato il vescovo Arrigo Miglio e il parroco Don Marco Lai. Presente anche il cardinaleLuigi de Magistris, il vicesindaco di Cagliari Luisa Anna Marras. C’era anche Marinella Salaris, presidente della fondazione che gestisce l’Asilo.
Contro il pignoramento e la messa in vendita che, secondo i bene informati, arriverà nei prossimi giorni, è intervenuta la Soprintendenza per i beni culturali e la Prefettura.
Sorge spontaneo chiederci se la stessa sorte potrebbe toccare la cappella nella quale è sepolta la Beata Giuseppina Nicoli?
Chissà, magari verrà venduta anche la sua tomba, così quelle degli altri cristiani sepolti sotto l’edificio?
LA SERATA DI PREGHIERA per le sorti dell’Asilo della Marina si è conclusa intorno alle ore 19 con la benedizione eucaristica. Obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica cagliaritana su quanto sta accendendo allo storico Asilo. “Ciò accadrà di sicuro se non interverranno importanti e significativi provvedimenti da parte di chi ha la possibilità e gli strumenti per tutelare la memoria storica dello stesso asilo”. È stato questo il pensiero e la speranza che ha guidato gli animi dei presenti nella cappella sacra dell’asilo. Dalle loro tombe, i defunti sepolti sotto l’Asilo, avranno gradito.
Forse anche loro desiderano che dopo la tempesta torni presto il sereno. E forse, solo sei i Cagliaritani in gruppo vorranno, l’Asilo potrebbe svegliarsi da quest’incubo. E, auspicano in tanti, risorgere.