E’ annegato, come ha stabilito l’autopsia. Il perché sarà stabilito dalle analisi istologiche e dagli esami tossicologici, fra 60 giorni i risultati. Ma la procura, che si è trovata davanti un muro di omertà e silenzi da parte degli amici che erano con lui, circa 150 ragazzi che avevano organizzato quella maledetta festa attraverso i social, vuole vederci chiaro e indaga, sempre contro ignoti, oltre che per omissione di soccorso anche per morte in conseguenza di altro reato: in sostanza, si vuole capire se qualcuno, anche involontariamente e indirettamente, abbia causato la morte di Mariano Olla, bellissimo e fragile ragazzo che da qualche anno viveva a Sestu con suo padre.
Una cosa è certa: Mariano poteva essere salvato. Bastava un allarme dato in tempo, bastava che qualcuno si fosse accorto che non riemergeva dal mare e avesse chiamato i soccorsi, bastava insomma un minimo reciproco controllo l’un l’altro in quella notte di alcol e non solo in riva al mare per salvare la vita a un ragazzo che, nonostante giovanissimo, aveva sulle spalle il peso di un passato non facile.
Invece, l’unico pensiero dei ragazzi presenti, moltissimi minorenni, è stato quello di ripulire tutta la spiaggia da segni evidentemente compromettenti e andar via, lasciando quel corpo in mare come fosse un rifiuto abbandonato. Per poi smarcarsi dalle domande degli inquirenti schermandosi dietro una raffica di non so e non ricordo.
Invece, l’unico pensiero dei ragazzi presenti, moltissimi minorenni, è stato quello di ripulire tutta la spiaggia da segni evidentemente compromettenti e andar via, lasciando quel corpo in mare come fosse un rifiuto abbandonato. Per poi smarcarsi dalle domande degli inquirenti schermandosi dietro una raffica di non so e non ricordo.
Invece, in 150, e fa davvero rabbrividire pensarci, non si sono accorti che dopo l’ennesimo tuffo, Mariano non tornava a riva.
Una storia da brividi, che fa male, che fa riflettere e discutere.
Oggi la salma del ragazzo dovrebbe essere dissequestrata e sarà fissata la data dei funerali.