È fissato per il 29 gennaio l’incidente probatorio all’interno dell’inchiesta sulla morte di Manuela Murgia, la sedicenne trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon della necropoli di Tuvixeddu. Un caso classificato all’epoca come suicidio e riaperto lo scorso anno con l’ipotesi di omicidio. Al momento l’unico indagato resta l’ex fidanzato della giovane, Enrico Astero, oggi 54 anni.
La data dell’incidente probatorio è stata stabilita dal gip Giorgio Altieri dopo la richiesta di proroga avanzata dal Ris di Cagliari, impegnato nell’analisi dei reperti. Gli specialisti stanno esaminando in modo approfondito gli indumenti che Manuela indossava quella notte, con una quarantina di tracce individuate, fra cui anche un capello.
Il compito del Ris è repertare ogni elemento e procedere alle comparazioni con il Dna dell’indagato e con quello dei familiari della vittima. Intanto la difesa ha già consegnato la sua perizia: l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, incaricato dall’avvocato Marco Fausto Piras, sostiene che il capello non appartenga ad Astero, al quale nei mesi scorsi è stato prelevato il profilo genetico. Anche il genetista Emiliano Giardina, consulente della parte civile rappresentata dagli avvocati Bachisio Mele, Giulia Lai e Maria Filomena Marras, ha depositato la propria relazione.










