Visitata e rimandata a casa per 4 volte dal pronto soccorso dell’ospedale di Olbia, con la raccomandazione di prendere medicinali e fare determinate cure. Ma le condizioni di Francesca Fronteddu, 67enne di Loiri Porto San Paolo, non sono mai state così buone da potersi curare lontano da infermieri e medici. Oggi la donna è all’ospedale di Nuoro, respira grazie alla maschera dell’ossigeno e ha i polmoni pieni di liquidi. A raccontare l’ennesimo caso di malasanità sarda è la figlia, Maria Rosaria Piras: “Mamma è stata portata all’ospedale di Olbia il 16 e ventuno gennaio, poi il dodici e diciotto febbraio. La prima volta le hanno fatto le analisi del sangue e valutato i valori di reni e fegato, la seconda le hanno dato antidolorifici e l’ultima volta le hanno riscontrato un versamento bilaterale ai polmoni, rimandandola a casa con la cura di un diuretico senza fare alcun tipo di accertamento”, spiega, carte alla mano, la figlia. “Mamma si lamentava per i dolori, poi ha iniziato a non respirare bene”.
La donna continua a peggiorare, e allora la figlia riesce a portarla al San Francesco di Nuoro: “I medici hanno subito capito la gravità della situazione e hanno riscontrato, su mamma, un brutto edema polmonare che stava compromettendo seriamente la funzionalità del cuore. Le hanno immediatamente attaccato l’ossigeno ed è stata finalmente ricoverata. Il cardiologo mi ha detto che mamma ha rischiato la vita perché doveva essere in primis ricoverata e in seguito drenata per toglierle il liquido. Ez soprattutto, in queste condizioni mia madre ha rischiato di morire”, osserva Maria Rosaria Piras: “Adesso è attaccata all’ossigeno, non è ancora fuori pericolo ed è monitorata a vista dal personale sanitario. Ringrazio i medici di Nuoro, non comprendo come sia stato possibile che, ad Olbia, le avessero sempre detto che non aveva nulla di grave”.











