di Marcello Roberto Marchi
A leggere sui giornali le conseguenze di un’annata siccitosa come questa del 2017 in Sardegna, c’è da mettersi le mani nei capelli. come già stanno facendo gli agricoltori sardi per l’annata agraria che sta per concludersi ma anche per quella prossima per le coltivazioni già in corso.
Ma c’è anche da preoccuparsi per le conseguenze sui mercati e per i consumatori. Il termometro è sui banchi dei rivenditori, non solo e non tanto sui prezzi ma soprattutto sulla sicurezza alimentare, nelle cucine e nelle mense delle famiglie , sui tavoli dei ristoranti e delle mense scolastiche e di quelle sociali. Non ci sono certo allarmismi, ma comunque ci si preoccupa per la nostra salute, con gli avvertimenti che ci bombardano da tutte le parti.
Ai banchi e negli scaffali della grande e piccola distribuzione, sui cartelli esposti, oltre ai prezzi troviamo scritto il mondo intero : Canada, Argentina, Spagna, Germania, Francia Marocco, Cile, Cina, Egitto e via dicendo, ortaggi, legumi, frutta e via discorrendo, prodotti freschi, freschissimi. Capita anche di leggere, sulle etichette, quando naturalmente ci sono, per esempio nelle confezioni di limoni : ” buccia non edibile “, un modo sofisticato per dirci ” buccia non mangiabile” o anche ” buccia non per uso alimentare”. Certo che ci si pone degli interrogativi. In Sardegna pare che gli agrumeti stiano scomparendo, addirittura nello località turistiche più vicine a dove ci sono o ci dovrebbero essere piantagioni di limoni e di arance, troviamo solo agrumi provenienti da altre località, appunto con quelle etichette che ho letto nei banchi dei mercati.
Allora che faccio, quando entro al bar a prendere un aperitivo e il banconiere mi chiede : ” una scorza di limone ? “. No, rispondo, con cortesia, meglio liscio.
Buccia di limone ( ma anche d’arancia ), pussa via !!!