A subire maggiormente i danni della malasanità, o anche detta sanità allo sfascio per voler essere un po’ più morbidi, in Sardegna, sono le categorie fragili. Come quella, molto vasta, dei malati di Parkinson. Le visite programmate e i famosi dieci mesi garantiti di cure sono da tempo un miraggio, ecco perché anche loro sono scesi in piazza a Cagliari per protestare. Antonio Contu è il portavoce cagliaritano di chi ha il Parkinson: “Abbiamo diritto a dieci mesi l’anno di fisioterapia ma da tempo non è più così. Chi può pagare la fa in privato, gli altri devono attendere a casa, bloccati e tra i dolori. Ogni seduta, inoltre, costa più di cento euro”.
Da Nuoro arriva la testimonianza di Giampiera Deiana, altra malata di Parkinson: “Il Parkinson è degenerativo, per questo c’è bisogno di una cura che venga continuamente rimodulata, e da tempo non sta più capitando. Qualcuno tenta di andare in altri territori per curarsi con tutte le difficoltà del caso. Chi ha la nostra malattia non può guidare nella maggior parte dei casi, quindi è costretto a chiedere aiuto, per non parlare della spesa extra di benzina”.










