I pacchetti di viaggio venduti negli ultimi mesi? Zero. Il Coronavirus mette in ginocchio anche il settore del turismo, tra divieti di spostamenti e regole, ferree, da dover seguire. Luigi Ballocco, 62 anni, di Sant’Anna Arresi, da trenta organizza viaggi in Italia e all’estero. Il 2020 che sta finendo ha visto, anche per lui, un profondo rosso: “Ho perso oltre un milione di euro di fatturato, lo Stato mi ha garantito solo la cassa integrazione per i miei venti dipendenti e, sinora, un piccolo anticipo legato al fondo perduto, calcolato su quanto ho perso, rispetto al 2019, da marzo sino a luglio”.
Troppo poco, per Ballocco: “Gli aiuti sono insufficienti, è chiaro che ho avuto delle grosse perdite dovute alla pandemia”. Tutte le mete sono rimaste, quasi sempre, a secco di prenotazioni: “Come destinazioni europee siamo forti su Turchia, Marocco e, soprattutto, Sharm el-Sheikh”. Luoghi belli, in alcuni casi magici, ma il virus ha azzoppato le vacanze e i tour. E le prossime settimane tendono ad un colore: il nero.
“Sto aspettando i decreti attuativi del Governo per capire come fare le domande e quali documenti presentare, c’è molta confusione”, osserva il tour operator. Che, da buon imprenditore, fa un passo di lato quando si tratta di affrontare il tema delle rinunce: “Penso soprattutto ai miei dipendenti. Nel 2021 avevo in previsione dieci nuove assunzioni. Adesso, però, si naviga a vista. Il Governo ci ha destinato una piccola quota, è ingiusto, il nostro settore rappresenta il 13 per cento del Pil, perchè non ci viene data la giusta attenzione? I segnali di ripresa ci sono, abbastanza forti: speriamo di ripartire per Pasqua”, si augura il 62enne, “o, almeno, da aprile”. Virus permettendo.










