Non c’è solo il cuore della movida di Cagliari a soffrire per l’emergenza Coronavirus. I ristoranti, in città, chiudono anche in periferia: nel viale Sant’Avendrace si abbassano le serrande di Da Luciano, locale diretto dal famoso imprenditore Luciano Incani, arrivato nel rione sei anni fa dopo decenni trascorsi nel Corso Vittorio. Antipasti di mare, pennette panna e salmone, orate e spigole rimangono ben lontane dai suoi fornelli: “Da venerdì a oggi ho avuto due clienti, venerdì e domenica sera addirittura zero. Non posso continuare a comprare cibo e, poi, essere costretto a buttarlo. Ho deciso di chiudere dopo aver parlato col mio consulente, la mia è un’attività a conduzione familiare con un paio di dipendenti”, spiega Incani, “con l’emergenza del Coronavirus non posso restare con tutti i tavoli perché lo spazio è piccolo. Se dovessi tenerli distanti un metro l’uno dall’altro farei al massimo dieci coperti, qui i clienti sono abituati alle grandi tavolate”. Ma le regole sono regole: “Nulla da dire, è proprio per questo che ho preferito fermare tutto per un po’”. Ecco, è proprio quel “per un po’” che crea quasi spavento, in una città votata al commercio.
“Non so quando riapriró, magari tra un paio di giorni o tra una settimana o chissà quando”, sospira Incani, “ho molte spese da sostenere, il sedici marzo dovrebbero pure arrivare le tasse. Spero davvero che il Governo faccia qualcosa per aiutarci, questa è davvero una situazione di emergenza. Faccio questo lavoro da quasi 50 anni e non mi sono mai fermato nemmeno quando avevo l’influenza”. Purtroppo, c’è sempre una prima volta per tutto, nella vita: e il Coronavirus, come è ormai appurato, non è una semplice influenza.










