L’odissea di un disabile a Sinnai: “Quaranta minuti fuori dal seggio, nessuno si è accorto di me”

Ha lottato, provato a farsi vedere in ogni modo dalle finestre, ma nulla. Ivan Gaias, 45enne in carrozzina, per votare ha dovuto chiamare la polizia: “Portone chiuso dopo lo scivolo, gli agenti hanno dovuto chiamare chi era dentro la scuola e ordinargli di farmi entrare: ma nel 2022 dove sono finiti i nostri diritti?”


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È arrivato alle 20 nella scuola di via Trento, da solo, seduto sulla sua carrozzina, per poter votare. Ma Ivan Gaias, ex dipendente comunale, 45 anni, disabile, per poter esercitare quello che e uno dei diritti previsti dalla Costituzione italiana ha dovuto penare, constatando che nel 2022 per i diversamente abili ci sono anche barriere “umane”. Cosa è successo? “Per noi disabili c’è un ingresso laterale, in cima a uno scivolo. Il portone, però, era chiuso e, anche se ho cercato di farmi vedere in tutti i modi da chi si trovava dentro il seggio, nessuno si è accorto di me”. Impossibile, per lui, salire gli scalini dell’ingresso principale: “C’erano due guardie, ho provato a richiamare la loro attenzione, ma nulla”. Così, al buio e con un vento post pioggia decisamente freddo, Gaias non ha potuto fare altro che chiamare le forze dell’ordine: “Ho telefonato ai vigili urbani, hanno contattato chi si trovava dentro la scuola, ordinandogli di aprire la porta laterale. Solo dopo un’odissea di quaranta minuti ho potuto raggiungere il seggio”.
“Non è la prima volta che capita”, si lamenta Ivan Gaias, “e il disagio non è solo mio, ma di tutti i disabili di Sinnai. È davvero assurdo che nel 2022 dobbiamo ancora arrivare a chiedere aiuto ai poliziotti per far valere i nostri diritti di disabili”.


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