Una coincidenza persa e un viaggio, quello da Londra a Olbia con scalo a Milano, tutto da riprogrammare. La denuncia pubblica di Carolina Are, pole dancer sarda 30enne che da tempo vive a Londra, mette a nudo tutte le criticità legate ai collegamenti aerei per i sardi residenti all’estero. Non c’è solo il problema della continuità territoriale nazionale, che va a singhiozzi. Superati i confini italiani, non c’è proprio nessuna agevolazione per chi è nato nell’Isola. Ecco, di seguito, il suo sfogo: “A quanto pare essere sardi residenti all’estero è un lusso in Italia. Al momento mi trovo all’aeroporto di Gatwick, dove passerò la notte per prendere il volo dell’alba, visto che Ita ha cancellato il mio volo da London City per Milano, non permettendomi di prendere la coincidenza per Olbia. Tutto bene fin qui, se ci fossero altre opzioni, ma non ci sono. Tutti i voli per l’Italia tramite Ita sono sold out, e con due o meno coincidenze per Olbia a orari improbabili, andare in Sardegna a Natale, solo andata, mi è costato come andare in California. Sballottata da una parte all’altra, tra il personale di terra che diceva che Ita ci avrebbe tutelati e il call center che ci accusava di minacce per aver ripetuto le promesse del personale londinese, nessuno sapeva aiutarci. Il call center si è rifiutato di riprenotarci su qualsiasi altro volo perché a loro la cancellazione non risultava, quindi molti di noi si son ritrovati a prenotarsi altri voli dell’ultimo minuto, con prezzi oltre i 500 euro, solo per passare il Natale a casa mentre Ita ci ignorava”.
“A questo si aggiunge il fatto che, da sarda residente a Londra, le compagnie aeree e la Regione Sardegna non si battono per fare in modo che le persone come me abbiano diritto alla continuità territoriale, come se per vedere la mia famiglia e non pagare un nazionale come un volo per una capitale europea dovessimo tutti passare il Natale ‘in continente’. Basterebbe loro vedere quanti sardi c’erano su quel volo per capire che gran parte della nostra isola ora è qui. Eppure, dopo l’estate, nessuna compagnia aerea garantisce diretti per Olbia, portandomi a passare giornate in aeroporto per un viaggio di 2 ore e 30. Da figlia di ex dipendenti Meridiana/AirItaly, l’amarezza non è soltanto personale, per un viaggio stressante e un disservizio ricevuto. Mi sembra assurdo che chi vive in Sardegna sia, per lo stato italiano, un cittadino di bassa lega, da non tutelare e da isolare dal resto dell’Italia. Ministero dei trasporti del Governo italiano, che facciamo?”.












