Lite Sarri-Mancini: il calcio malato è lo specchio della società. Tensioni, conflitti , stress e bilanci societari che risanerebbero uno stato hanno trasformato il calcio in un’industria dove gravitano troppi interessi che spesso esulano dallo sport. Ma chi fa calcio sa che quello che accade nel recinto di gioco in genere si conclude al triplice fischio finale e spesso finisce con una stretta di mano e le scuse reciproche. Regole non scritte e accettare da tutti.
Ma ieri sera questo patto non scritto si è rotto. Non sappiamo cosa sia successo ma conosciamo le frasi offensive che Mancini ha denunciato pubblicamente. ”Sarri è un razzista, uomini come lui non possono stare nel calcio. Avevo chiesto solo al quarto uomo il perché dei cinque minuti di recupero e lui ha iniziato a inveire contro di me. Mi ha dato del ‘frocio’, del ‘finocchio’. Si deve vergognare”. Alla fine il tecnico del Napoli ha chiesto scusa ma questo non è servito. E allora ci chiediamo se gli insulti, le offese gratuite possono trovare qualche giustificazione. Se questo modo di fare sport sia educativo per i bambini che si avvicinano al calcio e rispetti gli ideali di una sana competizione e della lealtà sportiva. Noi diciamo a gran voce che è arrivato il momento di dire basta. Occorre mettere un freno e far rispettare le regole a tutti senza alcuna distinzione. Il tifo non c’entra quando si offende un essere umano s titolo gratuito.
Regole di vita che non devono discriminare nessuno per le sue tendenze sessuali , per il colore della sua pelle o per la sua provenienza territoriale. Basta con ogni forma di razzismo. Chi ha sbagliato deve pagare. E deve servire come esempio per evitare che questi episodi possano essere accettati e far parte della consuetudine nel mondo sportivo. Le offese e le calunnie gratuite sono diventate ormai pane quotidiano per avvocati e tribunali. Sui social tutti si sentono autorizzati a gettare fango su chiunque e a dettare sentenze verso i più deboli. Lo stadio è diventato un’arena dove tutto è permesso e dove i protagonisti si sentono autorizzati a fare qualsiasi azione per ottenere una vittoria . È arrivato il momento di porre fine a questo fenomeno. A noi poco interessa se Sarri sia omofobo e razzista e se chiederà scusa o no. Noi ci auspichiamo che il colore della pelle, le tendenze sessuali e la provenienza non siano più motivo per discriminare un essere umano. E lo sport fa parte della nostra vita e deve diventare uno strumento sano per educare i nostri figli.













