Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
È calato il buio e il silenzio nel paese dei murales, quello che si era tinto di bianco per ricordare il suo maestro Sciola quando salutò per sempre i suoi concittadini, e che, anche in questa occasione, si dimostra una comunità rispettosa, unita e dignitosa innanzi alla tragedia che ha colpito Francesca e la sua famiglia. Non una parola di troppo o fuori posto quelle comunicate dal sindaco Fabrizio Madeddu e dal consiglio comunale, unanime nella decisione di unirsi “in momento di riflessione e preghiera” e di annullare la sagra delle pesche, in programma la settimana prossima. Intanto molte comunità hanno mostrato affetto e vicinanza a San Sperate, “Elmas vicino ai familiari. Francesca Deidda, la ragazza di 42 anni di cui non si hanno più notizie dal maggio scorso, era una nostra concittadina.
Insieme al fratello, che ne ha denunciato la scomparsa, è cresciuta nella nostra cittadina, dove ha anche frequentato le scuole.
Tutta la comunità di Elmas si stringe intorno ai familiari e agli amici e insieme a loro si unisce al coro di voci che chiede verità e giustizia.
Domenica 14 luglio alle ore 21 l’Amministrazione Comunale di Elmas, rappresentata dalla Sindaca Maria Laura Orrù, parteciperà alla fiaccolata che si svolgerà lungo le strade di San Sperate. Ci uniremo al profondo sgomento che l’amministrazione comunale di San Sperate, espressione dalla comunità in cui Francesca viveva, ha voluto. Lo faremo per lei e per tutte le donne vittime di violenza” si legge nella pagina istituzionale.
“Condivido il comunicato dell’amico e collega Sindaco di San Sperate, a cui esprimo a nome mio e della comunità di Villasor, massima solidarietà alla comunità di San Sperate per questa triste vicenda” ha espresso il primo cittadino Massimo Pinna.
“Buonasera a tutti. Mi permetto di richiamare la vostra attenzione. La scomparsa di una nostra compaesana, Francesca, ha generato nella comunità speratina un profondo sgomento misto ad una crescente preoccupazione e angoscia che, col passare dei giorni, mina le speranze di tutte e tutti noi di arrivare ad un epilogo positivo della vicenda. Per un paese come il nostro, che affonda le sue radici nei legami di vicinato e che si trova oggi a vivere forti cambiamenti sociali, la scomparsa della nostra concittadina ci lascia increduli e sconcertati. Nel contempo, siamo chiamati ad una riflessione più profonda in virtù delle nostre origini contadine, delle nostre tradizioni e di quel percorso culturale che ci ha portati ad essere ciò che oggi siamo: una comunità ospitale, aperta al mondo, al dialogo e al confronto che ha fatto della parola “condivisione” il suo motto naturale. In questo clima di sofferenza e di grave incertezza tutti i Consiglieri Comunali, in modo unanime e coeso, hanno valutato come prioritaria la necessità di esprimere solidarietà e vicinanza a chi, in questo momento, soffre per una vicenda dai contorni tragici: quanto è accaduto, a prescindere dai fatti di cronaca, è oltremodo grave e non ci lascia indifferenti” sono le parole di Madeddu.
La foto di Francesca, sorridente, appare condivisa pressoché in tutte le bacheche: basta solo guardarla per rendersi conto di quanto era bella e solare, i suoi occhi emanavano una luce particolare. Si aggiunge alla lunga lista delle donne diventate solo scomodi oggetti per chi aveva giurato amore eterno, per chi non ha un cuore e tanto meno empatia, per chi violenza e crudeltà fanno parte di una mentalità contorta e controllante, deviante e malfunzionante che ha siglato il femminicidio come una piaga da combattere, da estirpare. Anche in Sardegna.