Una lettera, una ventina di righe scarse dalle quali traspare tutta la rabbia di un’infermiera sarda. Fausta Costa lavora al Policlinico di Monserrato ed è solo una delle tantissime rotelline di quell’ingranaggio, sempre più malandato, che è la sanità sarda. Uno sfogo destinato a far riflettere, anche perchè arriva da una di quelle figure lavorative passate dall’essere definita “eroe” durante il Covid a, quasi, una presenza ingombrante o incapace di agire ad emergenza finita. Ecco, di seguito, l’email spedita alla nostra redazione e che è stata anche pubblicata sul profilo Facebook personale dell’infermiera.
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” Articolo 32 della costituzione Italiana. La salute è un diritto , conservarla è un altrettanto diritto. Non sono dello stesso parere la regione Sardegna. La sanità è allo sfascio ma questa non è una novità. Il diritto/ dovere alle cure non è consentito visto che chi si deve curare si deve ‘recare altrove’ perché l’unico centro di unità operativa definito come centro di eccellenza per la diagnosi e il trattamento delle neoplasie )ospedale Businco) non sarà operativo per svariati mesi causa sostituzione dei macchinari (3 su 4). Le tempistiche di attesa in altri centri sono altrettanto lunghe ( Nuoro/Olbia) e si rischia di non rispettare i tempi di trattamento che sono fondamentali (3 max 6 mesi dall’intervento) così che una persona ammalata e bisognosa di cure è costretta a recarsi fuori regione con tutte le problematiche economiche , sociali e di passatemi il termine adattamento che tutto ciò concerne. Ma di questo non se ne parla Si preferisce parlare di problematiche secondarie molto più soft mentre tante persone non sanno più dove sbattere la testa per far valere il loro diritto. Quello di curarsi”.










