Ha ricevuto la lettera a casa, l’ha aperta e, per poco, non è svenuta. “Ricorso pensione di vecchiaia”, l’invito a presentarsi al centro medico legale dell’Inps di Iglesias è per Nicola Caddeo, appuntamento il tre marzo prossimo alle 9:15. C’è da effettuare una visita medica per, eventualmente, riconoscergli il diritto ad andare in pensione prima del tempo, a causa di varie patologie. Peccato che Caddeo, marinaio di 66 anni, da quattro mesi riposi al cimitero. È infatti morto lo scorso 22 ottobre, consumato in poco tempo da un tumore. E l’Inps, stando al documento spedito direttamente al suo indirizzo, non sa della sua scomparsa. Una beffa, in altre parole: nel documento c’è anche scritto di portare “tutti i referti di esami clinici e strumentali effettuati (visite specialistiche, esami radiologici, analisi). Tutte carte utili a ottenere il riconoscimento pensionistico, peccato che il cuore dell’uomo abbia cessato di battere quasi quattro mesi fa.
A raccontare l’assurda vicenda è la vedova del marinaio, Antonella Dessì: “Mio marito ha inoltrato la domanda nel 2017, nel 2018 siamo stati contattati da un medico e ho portato tutta la documentazione a Sant’Antioco, visto che mio marito era imbarcato. Aveva fatto la domanda per l’inabilità al lavoro perchè aveva problemi ai polmoni, tre ernie al disco, artrosi ed era in cura da un cardiologo. In pratica ci hanno ricontattato dopo tre anni”, afferma la Dessì. “Ho telefonato subito all’Inps, spiegando che mio marito è morto. Una donna mi ha risposto che devo mandarle comunque la documentazione. Lo farò e mi rivolgerò a un avvocato perchè, se dovessero dargli ragione, a quel punto pretendo che mi diano tutti gli arretrati. Anche se”, osserva, “è assurdo e vergognoso che l’Inps non sapesse che mio marito non c’è più. Dall’Inps, al telefono, mi hanno chiesto scusa, spiegando che hanno un solo medico legale e tante pratiche in corso. Ma mi chiedo: dovevano aspettare che morisse per analizzare la sua domanda?”.










