La notizia del concerto di Ligabue alla Fiera di Cagliari ha collezionato sul nostro sito oltre 10mila (diecimila!) “mi piace” su Facebook ed è stata letta da circa 25mila persone in sole 12 ore: si tratta di una delle news più lette nell’intera storia di questo giornale, che pure ha una media giornaliera di 70mila visualizzazioni. Eppure non era certo la notizia dell’anno, non cambierà certamente la storia di Cagliari. Ma dimostra quanta voglia di speranza ci sia tra i lettori del web: l’idea di un grande concerto rock a Cagliari in stile Campovolo dà sollievo, dà una sensazione di benessere. Siamo sempre martellati dalla crisi, dagli aumenti, dai licenziamenti: l’idea di “urlare contro il cielo” tutta la nostra rabbia è evidentemente vista come un sentimento positivo. Sono logiche che sfuggono alle regole del giornalismo, quelle del web: ti fanno rendere conto in tempo reale quali siano davvero i gusti e gli umori della gente. Per anni abbiamo aperto i giornali sempre con la politica, con la giudiziaria, ed è giusto farlo perché questo ci hanno insegnato i nostri maestri. Però prima era diverso, nel giornale cartaceo non potevi avere il polso al secondo di quello che la gente vorrebbe leggere. Solo sull’online ti rendi conto di quanto per penetrare ovunque un giornale debba essere realmente popolare, esattamente come la musica.
Allora, perché migliaia di giovani condividono Mondovisione Tour e non l’estenuante trattativa per la formazione delle liste elettorali? Forse perché a Cagliari,in fondo, non si riesce mai a organizzare qualcosa di veramente forte per lo svago, per la musica. La notizia è doppia: l’accordo tra gli organizzatori e lo staff di Ligabue è già stato raggiunto, manca però il via libera definitivo per la questione sicurezza. Cagliari non ha uno spazio per i grandi eventi, questo è il paradosso. La vecchia Fiera campionaria è in grado di ospitare trentamila, forse quarantamila ragazzi provenienti da ogni parte della Sardegna? Oppure sarà l’ennesimo no, nella Cagliari delle chiusure e degli show proibiti? Mancano ancora sette mesi a luglio, eppure perché tanti ragazzi sull’onda emotiva del nuovo album hanno reagito con un entusiasmo davvero straordinario a questa notizia, passandosela come un tam tam? Chi scrive ha visto una settantina di concerti di Ligabue, dal primo in Sardegna nel 1992 a Castelsardo (250 paganti) ai due Campovolo,passando per l’Arena, San Siro, l’Olimpico, Bergamo, Salerno, Scanzano Jonico e tanti altri. Quattro anni fa Liga suonò però all’aeroporto di Fenosu, proprio perché Cagliari non aveva uno spazio adeguato. Ligabue sostiene di avere “il pubblico più bello del mondo”, afferma che “i ragazzi che mi seguono vivono attaccati ai testi e alla speranza che provo a infondere”. E chiude Mondovisione giurando che “sono sempre i sogni a dare forma al mondo, sono sempre i sogni a fare la realtà”. Mentre anche Matteo Renzi prende in prestito lo slogan che il meglio deve ancora venire. Si spiega forse così, con la semplicità di un messaggio, il successo del rocker di Correggio. C’è qualcuno che può rompere il muro del suono, mentre tutto il mondo si commenta da solo? E allora per avere questo concerto a Cagliari, insieme ai ragazzi del web, proveremo anche noi a fare la nostra parte. Sono sempre i sogni, in fondo, a dare forma al web.