Un cittadino quartese scrive una lettera aperta al sindaco Delunas. Egregio Signor Sindaco dai suoi primi interventi in Consiglio Comunale ho creduto che fossimo davanti ad una nuova alba per la nostra città di Quartu Sant’Elena. Ma questa sensazione purtroppo è durata veramente poco.
Infatti in merito alle nomine del suo staff giorni prima si facevano dei nomi, che poi stranamente sono stati confermati.
Ho avuto ancora una volta l’ennesima prova che in questa città non cambierà mai niente.
Ma veniamo alle presentazioni, mi chiamo Danilo Angioni e sono un suo concittadino, da qualche mese insieme ad un gruppo di amici, disoccupati o precari come lo sono anche io abbiamo formato un Comitato, chiamato per l’appunto “Comitato Disoccupati e Precari Doc”, si di origine controllata come il buon vin. In attesa di un lavoro che si possa definire tale speriamo vivamente di non finire male come l’aceto.
Lei per tanto tempo ha militato in partiti di centro, fino ad arrivare al Partito Democratico, partiti che hanno firmato trattati internazionali, imposto delle nuove monete, nonché regole fiscali e finanziarie.
Oggi che lei siede nel primo scranno della città, avendo a che fare con tutto ciò che il suo partito ha approvato, mi auguro, e le auguro, di riuscire finalmente a tastare con mano che queste imposizioni non fanno altro che minare la spesa dei comuni e il welfare per i cittadini.
L’€uro, il pareggio di bilancio, il Patto di Stabilità, sono delle armi atte a distruggere il bene comune dei cittadini.
Per questo motivo la invito a farsi carico attraverso progetti lavorativi di tutti i disoccupati che lei ha l’onore di amministrare, e finchè non riuscirà nel suo impegno, a provvedere a elargire a ogni disoccupato un reddito di cittadinanza. Sono dell’idea che fare politica sia il senso più nobile dell’impegno civile, ma ritengo che sia doveroso farlo senza accettare in silenzio la linea del proprio partito di appartenenza.
Lei lo ha fatto, e quindi in considerazione di quanto sopra scritto, è arrivato il momento di prendersi le sue responsabilità, il mio auspicio è quello che finalmente possa toccare con mano il fatto che questo sistema oltre che essere improponibile, fa acqua da tutte le parti.
La nostra città, non volutamente si differenzia dalle altre, dove si da l’onore ai vincitori, ma a Quartu è il caso di dire, onore ai vinti e il vincitore che il Signore e il Ciel l’aiuti, perché come si sarà già reso conto, ci sono talmente tanti problemi, che non si sa da dove iniziare.
Intanto il Segretario Regionale del Partito Democratico, Renato Soru, che non saprei se considerare ancora come tale, il 4 Settembre di quest’anno ha dichiarato ai microfoni del TG 3 che vede come una benedizione l’arrivo dei tanti migranti in Sardegna, perché sarebbero una risorsa per tutti quei paesi sardi che si stanno avviando verso un’inesorabile spopolamento.
Certamente un grave problema, ma mi chiedo come mai la politica regionale non abbia mai pensato di creare i presupposti per un rientro in Sardegna dei tanti emigrati, siano essi giovani e meno giovani?
Da decenni ci private oramai della meravigliosa generazione dei nostri giovani, che noi al contrario di voi classe politica consideriamo la nostra meglio gioventù con i quali vorremmo condividere le gioie del presente e i sogni del futuro, investendo, magari, nella terra dei padri con quel carico d’identità comuni e di storia che ci hanno fatto diventare il Grande Popolo Sardo.
Certe dichiarazioni sono una grave offesa al Popolo Sardo, sono un’offesa a tutti quei padri e quelle madri, che crescono tanto amore e immani sacrifici, per poi vederli partire a causa della reiterata cecità della classe politica sarda.
Inoltre da un punto di vista sociale, certi programmi non fanno altro che far sbocciare dei sentimenti negativi nei cittadini sardi, sentimenti che con il nostro senso dell’accoglienza abbiamo sempre rinnegato.
Purtroppo da tempo l’Italia non è più un paese sovrano, e questo lo si deve ai partiti di centrodestra e di centrosinistra, che di per se sono delle terminologie che oggi sanno di vecchio e di stantio.
Eppure abbiamo avuto modo di ascoltare dichiarazioni da parte di membri del Governo e delle Istituzioni con le quali addirittura si è invocata la cessione di ulteriori fette di sovranità.
Tra le tante dichiarazioni intendo rammentarle in particolare quella di Mario Monti il quale disse qualcosa di davvero sconcertante: “Io ho una distorsione che riguarda l’Europa ed è una distorsione positiva, non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi e di GRAVI crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione CESSIONI di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario . E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini, ad una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico di non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile conclamata. Certamente occorrono delle autorità di enforcement ( costrizione traducendo in Italiano) rispettate che si facciano rispettare che siano indipendenti e che abbiano risorse e mezzi adeguati oggi abbiamo in Europa troppi Governi che si dicono liberali e che come prima cosa hanno cercato di attenuare la portata la capacità di azione le risorse l’indipendenza delle autorità che si sposano necessariamente al mercato in un’economia anche solo liberale”.
Ma cosa dice la Costituzione ?
L’art. 1 recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Il modo naturale con cui si esprime la sovranità è chiaramente il diritto di voto che tuttavia noi non esercitiamo in maniera libera, eguale e personale ormai dal 2005, ovvero dall’avvento del porcellum, legge elettorale che da poco è stata dichiarata incostituzionale (Con sentenza n. 1/2014). Ma ovviamente il diritto di voto, anche qualora svolto in maniera perfettamente legittima (senza premio di maggioranza e liste bloccate composte da nominati), non può consentire l’esercizio popolare della sovranità che sia stata già previamente ceduta dallo Stato. Inutile votare in una nazione non più sovrana.
E’ l’art. 11 Cost. a trattare il tema della limitazione della sovranità nazionale in riferimento al “vincolo esterno dei Trattati Europei: “La Repubblica consente in condizioni di parità con gli altri Stati alle LIMITAZIONI di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra i popoli”.
Orbene la Repubblica, e’ immediatamente evidente dal contenuto letterale dell’articolo, consente semplicemente alle limitazioni di sovranità e giammai permette le pur invocate cessioni. Lapalissiano infatti che cedere è cosa ben diversa dal limitare.
Da quanto sopra mi sembra palese e lapalissiano che si è agito forzando, per usare un termine politically correct, la nostra Costituzione.
Lei conosce l’articolo 112 del T.U.E.L. ?
Recita testualmente, “Gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”.
Inoltre dal dettato dell’art. 54 T.U.E.L. emerge altresì che il Sindaco, sempre nella sua funzione di ufficiale di Governo: emana atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolge funzioni in materia di polizia giudiziaria, vigila sulla sicurezza e l’ordine pubblico, adotta Ordinanze contingibili ed urgenti in caso di pericolo per l’incolumità dei cittadini.
E’ necessario ricordare inoltre che il Sindaco opera come Ufficiale di Governo anche relativamente ad altre funzioni sulla base di norme di settore.
Proprio in merito alle funzioni svolte quale Ufficiale di Governo è utile svolgere qualche breve considerazione.
Prima di tutto occorre chiarire che il Sindaco che esercita le funzioni di Ufficiale di Governo o di autorità sanitaria non è un organo del Comune, ma dello Stato.
Tale principio viene chiaramente sostenuto dalla giurisprudenza, ultimamente si è pronunciata in proposito la Corte di cassazione.
In tema di poteri e funzioni del Sindaco la giurisprudenza ha avuto modo di pronunciarsi più volte; punto di notevole interesse è quello relativo al potere di ordinanza del Sindaco medesimo.
Circa tale aspetto, il Consiglio di Stato ribadisce che: “… i presupposti che si richiedono per l’adozione dei provvedimenti contingibili ed urgenti, da parte della massima Autorità comunale, sono – ai sensi dell’art. 38 comma 2, l. 142/1990 – da un lato, l’impossibilità di differire l’intervento ad altra data in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente (donde il carattere dell’urgenza); dall’altro, l’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi offerti dalla legislazione (donde la contingibilità)”.
Proprio per i punti ed i passaggi di cui sopra, in qualità di Sindaco lei ha la possibilità di utilizzare uno strumento monetario”diverso” da quello previsto dalla legge ( L’Euro ) che può essere sostituito con uno strumento monetario alternativo e straordinario rispetto a quello “forzoso” per prevenire problemi di salute pubblica “mentale” dovuti alla crisi monetaria ed alla angoscia sociale che sono le cause di problemi di sicurezza che potrebbero coinvolgere la comunità.
Dopo una seria e accurata ricerca in rete di un idea che fosse possibile mettere in pratica nella nostra città come Comitato abbiamo trovato interessante l’idea di una moneta comunale, e quindi avremmo il piacere di proporre questo progetto che nel giro di pochi mesi avrebbe l’opportunità di ridurre drasticamente la percentuale dei disoccupati in città e che creerebbe le condizioni per un immediato sviluppo dell’economia cittadina.
Partendo dal presupposto che un popolo che non riesce a generare per se all’interno del proprio territorio una moneta contabile per stimolare e far girare la propria economia, piegandosi e facendosi imporre da poteri esterni una moneta debito come l’Euro, è un popolo senza futuro, per cui il nostro progetto consiste nella creazione di una moneta comunale complementare all’Euro.
La moneta Comunale complementare alla valuta ufficiale di proprietà della Banca Centrale Europea, attivata in maniera intelligente, può dare ad ogni popolazione decisa a non arrendersi nel subire passivamente questa dilagante miseria materiale, una soluzione alle necessità primarie di tutti i componenti della comunità quartese: nutrirsi, avere un tetto sicuro sulla testa, vestirsi.
Oggi le monete locali operano legalmente in più di 35 paesi ed esistono circa 4000 programmi locali di scambio, 1900 comunità locali nel mondo emettono una loro moneta indipendente dal sistema monetario nazionale.
Analizzando la grande crisi che oggi il mondo affronta, dovrebbe essere chiaro che devono essere introdotti cambiamenti importanti nei metodi che noi usiamo, perché l’indipendenza economica è da considerare la base della libertà fisica ed intellettuale, per cui va da sé che un popolo è libero solo quando riesce a emettere, controllare e gestire la propria moneta, ed è per questo motivo che siamo, e dovremmo essere tutti dell’idea che questa è la direzione da prendere per raggiungere l’obiettivo di una maggiore libertà e una effettiva partecipazione alla vita economica della nostra città.
Spero che converrà con noi che quando i bisogni rimangono inesauditi, la prima domanda da porsi è, mancano le capacità, le risorse, le motivazioni, o manca il denaro ?
Concludendo, le monete sociali rappresentano un’area di ricerca interessante per il ventunesimo secolo, uno strumento che può guidarci verso quella sostenibilità economica che attualmente ci sfugge, siamo consci che c’è una crescente necessità di ricostruire un mondo nuovo, una organizzazione sociale “umana”, l’unica possibile per una migliore qualità della vita.
Alla luce di tutto ciò vi chiediamo cortesemente un incontro per poter esporre nei minimi particolari il nostro progetto, e poter discutere del problema del lavoro in città.
Il tutto ovviamente con la speranza che con un atto di questo tipo da parte sua magari la nostra patrona Sant’ Elena non se l’abbia a male.
Durante la sua campagna elettorale, ha detto di avere a cuore il destino dei suoi cittadini.
Ci dimostri con un atto concreto, che è vero.
Nel ringraziarla per l’attenzione, le porgo i miei più cordiali saluti.
In Fede
Danilo Angioni










