Le passerelle romane e le dichiarazioni trionfalistiche del governatore Solinas non salvano la Sardegna che, sprofondata nel baratro dell’immobilismo economico, è la peggiore regione italiana per crescita economica, pari a zero. L’unica altra nelle stesse condizioni è la Calabria.
E così, mentre Solinas si mostra in pubblico solo in occasione di ribalte nazionali e internazionali come quella dell’Einstein Telescope di Sos Enattos a Lula, fantastico progetto messo in piedi ed ereditato dalla giunta precedente, la Sardegna precipita, si schianta e inizia anche a grattare il fondo.
La situazione è drammatica. Secondo l’analisi sulle economie regionali del centro studi di Confcommercio, l’Italia è sempre più spaccata in due, con il Mezzogiorno che nel 2023 “crescerà quasi tre volte meno del Nord. La Lombardia con una crescita dell’1,7% è la regione con la migliore performance, all’ultimo posto Calabria e Sardegna con crescita zero”, completamente ferme ai box. Un divario che si conferma “anche per i consumi con il Sud a +0,4% e il Nord a +1,2%”. Per aree, la stima del pil 2023 è di un +1,4% per Nord-Ovest e per Nord-Est, +1,2% al Centro (e in media per il Paese), +0,5% al Mezzogiorno +0,5%.
E non è certo colpa del Covid, come spesso viene detto. Anzi, proprio le regioni che più crescono sono quelle che erano state più colpite dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Il problema è la mancanza totale di politiche per il territorio e per i sardi, da parte di una giunta sin dal primo momento concentrata soltanto su nomine e spartizione di poteri e poltrone.











