Il danno e la beffa: sono pesanti, pesantissime le conseguenza della carenza di infrastrutture in Sardegna, condannata a una situazione da terzo mondo in cui non solo è difficile muoversi ma comporta anche una perdita di denaro che potrebbe invece essere utilizzato per rilanciare i settori più critici.
Sono pesanti i deficit strutturali della Sardegna rispetto alle altre regioni italiane. I numeri sono stati evidenziati dall’assessore regionale dei Lavori pubblici, Antonio Piu, ai parlamentari della commissione bicamerale sull’Insularità nell’audizione programmata per oggi pomeriggio.
“I deficit – osserva Piu – sussistono sia in termini numerici di infrastrutture, sia sul valore di investimento pubblico. Sulla base di studi effettuati dall’assessorato, la quantificazione monetaria della perdita di benessere per la regione Sardegna, associata ai deficit infrastrutturali rispetto alle regioni europee economicamente più avanzate, è stata definita in un effetto complessivo di perdita pari 8.265 euro per ogni sardo che grava per più di 13 miliardi di euro sul sistema economico isolano”. L’assessore, nel corso dell’audizione, ha sottolineato che “il fabbisogno complessivo stimato per l’adeguamento e potenziamento delle strade statali nell’isola è di 5,1 miliardi di euro e per la viabilità locale di 250 milioni, mentre per la rete provinciale è di 180 milioni”.
Sul fronte delle risorse idriche Piu ha ricordato come l’insularità, perché è in una condizione di sistema chiuso che deve autogestirsi con le sole risorse disponibili sul territorio regionale. “Per raggiungere l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche della regione Sardegna attraverso l’efficientamento, il completamento e l’interconnessione dei sistemi idrografici superando le criticità rappresentate dal sistema – ha sottolineato Piu – sono necessari interventi per circa 468 milioni di euro, che consentirebbero, quindi, alla regione Sardegna di affrontare con maggior sicurezza e affidabilità la richiesta del fabbisogno idrico”.











