Il biglietto aereo è già tra le sue mani: “Lunedì 21, dopo anni di lavoro a Roma, andrò a Milano, dove c’è la multinazionale belga per la quale lavoro come responsabile delle risorse umane”. Ma Fabio Carboni, 55 anni, di Nuoro, non è felice. Perchè? “Ogni weekend, negli ultimi quattro anni, sono potuto tornare a casa dalla mia famiglia. Mia moglie e i miei figli mi aspettavano ogni venerdì, stavo con loro sino alla domenica sera, prima di ripartire con l’aereo”. Adesso, con la novità dell’obbligo della negatività al Covid-19, le cose sembrano complicarsi: “Dovrò sempre fare il test o il tampone, e pagarlo di tasca mia”, sbotta Carboni. “Perchè non me lo paga la Regione, che ha appunto fatto questa nuova ordinanza?”.
“Una mia collega di Tivoli ha ricevuto una comunicazione ufficiale, dalla sanità laziale, e ha potuto fare il test senza spendere nulla. Le è stato comunicato in quale centro andare e ha fatto tutto. In Sardegna non si possono attrezzare allo stesso modo, magari realizzando anche dei presìdi specifici nei porti e negli aeroporti?”.










