È lì, dove aveva giurato amore eterno 12 anni fa alla sua Donatella, in un torrido pomeriggio di fine luglio, che sgorgano le lacrime, mischiandosi a qualche comprensibile goccia di sudore, tra i tanti presenti al funerale di Giovanni Fanni, il commercialista quarantasettenne morto a qualche ora di distanza dal terribile incidente avvenuto in via Campioni d’Italia a Cagliari, venerdì scorso. Lui, che ha spinto il gemellino maschio verso le siepi centrali per salvarlo e che da tutti è stato ricordato, per mille e più motivi, come una persona “onesta, disponibile e sincera”. Nella chiesa di San Lucifero c’erano i suoi amici di sempre, da quelli che hanno condiviso con lui tante partite di basket, il suo sport preferito, passando per gli ex compagni di scuola e università sino ad arrivare ai suoi colleghi di lavoro. Era uno dei membri dell’Accademia regionale dei commercialisti, Fanni. Nel suo studio nella centralissima via Tuveri in tanti hanno trovato le risposte ai problemi, fiscali e non solo, più classici, scoprendo anche il lato più squisitamente umano del lavoratore. Al primo banco, insieme agli altri parenti, la moglie e i due piccoli. E il parroco si è voluto rivolgere soprattutto a loro: hanno appena sei anni e dovranno crescere, purtroppo, senza potere più contare sul loro papà.
“Ricordiamoci tutti della tenerezza di Giovanni e ai voi figli dico di ricordare anche tutto ciò di bello che ha fatto e che è stato nella vita vostro papà. Diciamogli grazie. Quando la fede è messa alla prova e dove le parole umane non arrivano, allora è lì che devono giungere la luce e la speranza che solo la parola di Dio è in grado di offrici”, ammonisce il sacerdote. “Ci si scontra con realtà e mistero. Ricordiamo il sorriso e la passione del nostro Giovanni, è chiaro che adesso tutti ci sentiamo un po’ smarriti. Ci sono ricordi bellissimi, dal matrimonio di dodici anni fa sino a quello che sicuramente è stato il più bello, la nascita dei due figli. Papà ha lottato tanto per stare insieme a noi”, chiaro il riferimento alla battaglia dal reparto di Rianimazione nelle ore successive all’investimento. “Ora, dal cielo, ci proteggerà e ci sosterrà tutti”.
“Ricordiamoci tutti della tenerezza di Giovanni e ai voi figli dico di ricordare anche tutto ciò di bello che ha fatto e che è stato nella vita vostro papà. Diciamogli grazie. Quando la fede è messa alla prova e dove le parole umane non arrivano, allora è lì che devono giungere la luce e la speranza che solo la parola di Dio è in grado di offrici”, ammonisce il sacerdote. “Ci si scontra con realtà e mistero. Ricordiamo il sorriso e la passione del nostro Giovanni, è chiaro che adesso tutti ci sentiamo un po’ smarriti. Ci sono ricordi bellissimi, dal matrimonio di dodici anni fa sino a quello che sicuramente è stato il più bello, la nascita dei due figli. Papà ha lottato tanto per stare insieme a noi”, chiaro il riferimento alla battaglia dal reparto di Rianimazione nelle ore successive all’investimento. “Ora, dal cielo, ci proteggerà e ci sosterrà tutti”.










