16 anni di vita, tutti trascorsi in canile, dove si è spenta ieri tra le braccia delle volontarie che la accudivano con amore: la triste storia di Antonia, la nonna di “Rifugio Bau” e la richiesta di sensibilizzare sempre più verso il benessere animale. Ha avuto tanto amore “ma i suoi occhi parlano da soli”: tristezza, tanta, per una vita da “carcerata” senza poter godere della compagnia di una famiglia tutta per lei. La sua storia è simile a quella di tanti altri randagi che, fortunati nella sfortuna, vengono salvati e accuditi nelle strutture convenzionate con i comuni o in quelle gestite dai volontari che, con impegno e sacrificio, si occupano degli amici a quattro zampe. Si spera sempre in un’adozione per loro che, molte volte, però, non arriva. Come per questo esemplare meticcio che ha commosso chi ha appreso la sua storia attraverso la pagina Facebook del rifugio situato in località Is Arenas. “Occhi che parlano. Buon viaggio piccola” è solo uno dei tanti commenti che accompagnano l’ultimo saluto. Poche ma ricche di significato le parole espresse, che racchiudono le prassi da compiere per evitare inutili sofferenze agli animali per i quali i comuni si stanno sempre più adattando alle norme in vigore per incentivare e garantire il loro benessere: sterilizzazione, fondi per le adozioni e una serie di interventi anche tra i banchi di scuola al fine di orientare, sempre più, verso la concezione e consapevolezza del rispetto per gli animali.











