Subito un dato salta agli occhi: il centrosinistra di Pigliaru, che governa la Sardegna, ha appena il 17,69 per cento, mentre il Pd si attesta al minimo storico del 14 per cento. Sono numeri “polari” con i quali i sardo bocciano la giunta Pigliaru: è chiaro che le elezioni politiche non sono quelle nazionali, ma meno di un sardo su cinque ha votato chi ora governa l’isola. La sinistra, che ha occupato i posti del potere della politica sarda e che governa anche a Cagliari città, esce quasi spazzata via dalle urne o comunque ferita in maniera gravissima.
Secondo dato: il Movimento 5 Stelle sbanca e “conquista” la Sardegna con oltre il 42 per cento, parliamo di una forza politica che non esprime alcun consigliere regionale e che a Cagliari contro Zedda un anno fa si era attestata intorno a un basso 10 per cento. Non strutturati nell’Isola, ma quasi un sardo su due li vuole al governo nazionale.
Terzo dato: la Lega di Salvini, soffiando sul vento del malcontento per l’immigrazione, ottiene l’11 per cento insieme al Psd’Az. E il Psd’Az è l’unico movimento sardo che esce vincente, visto che Autodeterminatzione di Anthony Muroni ha ottenuto un bassissimo risultato che ne smorza gran parte degli entusiasmi.