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Un turista britannico in vacanza con la moglie nell’isola tropicale de La Réunion, era dato ormai per scomparso mentre nuotava nelle acque dell’Oceano Indiano al largo della Laguna dell’Ermitage, al largo di Saint-Gilles, nell’isola francese. L’uomo, esperto nuotatore, si era allontanato dalla riva per poi non fare più ritorno in spiaggia. Nonostante le capillari ricerche con imbarcazioni di soccorso, esperti subacquei e persino un elicottero, il 44enne scozzese non era stato rintracciato, tanto che oramai gli inquirenti disperavano di trovarlo. La svolta si è avuta in questi giorni, quando le autorità dell’isola hanno notato la presenza di uno squalo tigre, lungo tre metri, che si aggirava in prossimità delle spiagge frequentate dai turisti. L’animale è stato abbattuto per la sicurezza dei bagnanti, e durante l’esame autoptico svolto sulla carcassa è avvenuta la drammatica scoperta. Nell’addome dello squalo, infatti, è stata rinvenuta una mano umana. L’arto, reciso di netto, aveva ancora la fede nuziale all’anulare sinistro. Un oggetto, quest’ultimo, che è stato riconosciuto dalla moglie del 44enne, adesso sconvolta ed in preda al dolore. Sulla mano verrà effettuato al più presto il test del Dna dagli scienziati del CSR Shark Safety Center di Reunion per confermare l’identità della vittima aggredita dal predatore. Non sono stati rinvenuti al momento altri resti del turista scozzese. Purtroppo gli attacchi di squali nell’isola de La Réunion non sono infrequenti. Si tratta del 25mo attacco dal 2011 da parte di uno squalo nel mare che circonda l’isola; l’ultimo, il 9 maggio 2019, fu quello in cui trovò la morte un 30enne surfista al largo di Saint-Leu. La metà di questi attacchi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha coinvolto surfisti e bodyboarder. Nell’ultima settimana un altro squalo, avvistato vicino a una spiaggia molto frequentata, è stato ucciso perché considerato una minaccia.